“Il dramma dello
stabilimento barese della Bridgestone non può avere colore politico. Anzi, deve
vedere tutti i rappresentanti istituzionali impegnati trasversalmente a
scongiurare la chiusura della storica sede. Sono giorni difficili e proprio per
questo non comprendo l’euforia di alcune dichiarazioni di politici entusiasti
dell’esito dei tavoli di confronto fra le diverse parti, tenutisi nei giorni
scorsi“, esordisce così Domenico Damascelli, vice coordinatore
provinciale vicario del Popolo della libertà e consigliere comunale di Bitonto,
che sin dalla prima ora sta seguendo le vicissitudini dello stabilimento di
produzione di pneumatici, sito nella zona industriale di Bari.
“Non è
il caso di suonare la fanfara né di fare proclami su questa dolorosa questione,
anche perché gli incontri tra le parti hanno avuto risultanze contraddittorie“,
riprende severo il capogruppo consiliare PdL, che insieme alla sua collega consigliere
Carmela Rossiello ha formulato un’interrogazione consiliare e
sottoposto un ordine del giorno al Consiglio Comunale di Bitonto.
“Pare,
infatti, che negli ultimi confronti non siano cambiate le cose e lo
stabilimento rischierebbe di essere sottoposto ad un sensibile decremento della
produzione, che dovrebbe scendere da oltre 5 milioni di coperture a tre milioni
e mezzo all’anno con un conseguente taglio di manodopera. Non solo, si
passerebbe dalla produzione di alta gamma a quella medio-bassa con il rischio
di non produrre più manufatti con marchio Bridgestone, ma per altre marche
parallele affiliate alla casa madre. Ciò potrebbe essere l’anticamera della
serrata finale, in pratica. Insomma, c’è poco da stare allegri, anzi, è
necessario mantenere alta la guardia, perché altre realtà industriali sono
fortemente a rischio, come insegna pure la vicenda della OM Carrelli, anch’essa
fatta di impoverimenti e abbandoni. Finanche in questo caso ad un ottimismo
iniziale non sta corrispondendo quanto previsto“, sentenzia
amareggiato Damascelli.
“I
dipendenti hanno il diritto di capire qual è la verità. Non vorremmo che le
dichiarazioni rassicuranti apparse sui giornali servano solo per evitare il
violento impatto sull’opinione pubblica e sulla società di provvedimenti
tutt’altro che rasserenanti. Le aziende sono una ricchezza assoluta pr il
territorio perché solo chi lavora può continuare a dare lavoro. Dobbiamo essere
tutti uniti affinché resti in vita questo insediamento industriale, che ha più
di cinquanta anni di vita ed impiega, indotto incluso, circa millecinquecento lavoratori,
che sono sempre padri e madri di altrettante famiglie, non dimentichiamolo mai“,
conclude il vicecoordinatore provinciale PdL.