«Celeste
Aida,/forma
divina,/mistico
serto di luce e fior».
Non ce ne voglia il
maestro Giuseppe Verdi né Antonio Ghislanzoni, autore del
libretto dell’opera, se per un momento rubiamo queste parole e,
decontestualizzandole, le usiamo per descrivere quanto “celeste” sia stata la
riproduzione dell’Aida di sabato scorso.
Ancora una volta, artefice
delle emozioni in lirica il “Bitonto
Opera Festival”, promosso da dieci anni dall’associazione socio-culturale“La
Macina”.
Anni di passione, di
fatica, di impegno, ripagati dalla pioggia scrosciante di applausi e dai brividi
sulla pelle del pubblico, perché, esattamente come la storia del triangolo
amoroso Aida – Radames – Amneris, la musica arriva dritto al cuore e all’anima.
E se l’anima inizia a
vibrare con le prime note eseguite dall’orchestra ucraina Chernivtsi Philharmonic Society, diretta dal maestro Luca Testa, non può che esplodere al suono delle voci di Aida (Monia Massetti), Radames (Ignazio Ignales), Amneris (Patrizia Patelmo), Amonasro (Francesco Baiocchi), del Re (Giuseppe Fieno), di Ramfis (Ilia Popov), del messaggero (Pietro Ricci), della grande sacerdotessa (Teresa Tassiello) e del “Coro Lirico Città di Bitonto”, diretto
dal maestro Giuseppe Maiorano.
A catturare, poi, l’azione
scenica dettata dal regista Antonio de
Lucia, le coreografie curate da Raffaella
Tricarico e gli allestimenti del bitontino Michele Lisi.
Un cast internazionale che
riprende quello che era l’intento originario dell’Aida: unire mondi.
Ed esattamente come Aida
che è pronta a tutto per coronare il suo amore, così l’associazione “La Macina”
continua ad impegnarsi per la crescita culturale della nostra città, forte
dell’aiuto di chi l’ha sempre sostenuta.
Oltre ai media partner Raffaello Comunicazioni, da BITONTO e Bitontoeventi, i ringraziamenti vanno alla Onlus Villa Giovanni XXIII, al Gruppo
Intini e al parroco della Cattedrale, don
Ciccio Acquafredda che, come ha spiegato Anna Lacassia, «ha sempre sostenuto l’associazione e
ha invogliato i giovani a partecipare ai suoi progetti».