Venerdì scorso, proprio nel giorno in cui la sala del Novecento veniva inaugurata all’interno della Galleria Devanna, moriva il professor Girolamo Devanna, colui che, con le sue donazioni, ha fatto in modo che Bitonto avesse, nel suo centro antico, un grande luogo di arte, cultura, conoscenze come è, appunto, la Galleria che porta il suo nome e quello di sua sorella Rosaria, scomparsa due anni fa.
«Le grandi vite sono contrassegnate sempre da grandi coincidenze. Se ne è andato proprio nel giorno dell’inaugurazione di questa sala, che, per fortuna ha fatto in tempo a vedere e ad apprezzare. Un segno del percorso romantico che lo ha contraddistinto durante la sua vita» sono state le parole del sindaco Michele Abbaticchio durante la cerimonia funebre che, sabato pomeriggio, si è tenuta nell’atrio di Palazzo Gentile.
Il primo cittadino ha ricordato come la Galleria Devanna sia sicuramente il suo lascito più pesante: «Ma Girolamo Devanna ha lasciato tanto alla comunità anche come persona. Una persona fragile ma allo stesso tempo forte. Un eroe romantico dei nostri tempi che, grazie alla sua capacità di sognare e vedere cose, ci ha regalato tante emozioni. Anche quando non è riuscito a lasciare alla città, non per sua colpa, ma per colpa delle istituzioni, quel che avrebbe voluto».
Una coincidenza sottolineata anche da Nuccia Barbone, direttrice della Galleria Devanna, che ha sottolineato la grande eredità che il professor Devanna ha lasciato alla città e la sua libertà.
È, con il suo gesto, ha mostrato alla città anche il valore del dono, cone ha sottolineato Marino Pagano, giornalista, direttore responsabile di Studi Bitontini e componente del Consiglio direttivo del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto: «Il Centro Ricerche di Storia e Arte di Bitonto non può non salutare con enorme affetto ed altrettanta gratitudine civica l’amico Mino Devanna, in più di una occasione anche collaboratore del Centro e col Centro, secondo strade e modalità diverse ma coincidenti nel nome dell’impegno culturale come forma di attivismo civico. La vita di Mino Devanna è stata una vita di studi critici, trascinanti passioni, grandi slanci di signorile generosità, enorme considerazione dell’amicizia come irrinunciabile valore di vita. Il suo era il vivere come darsi, donarsi. Il suo apporto civico e culturale è stato immenso. La donazione, la Galleria Nazionale. Fatti, luoghi, opere, realtà. Che ruolo ha, nella mentalità economicistica e mercantile, oggi, il senso del dono? Grandi sociologi cercano di spiegarlo da sempre. Mino e Rosaria Devanna hanno inverato un concetto in un gesto».