Ieri,
alle Iene, un programma di Italia 1,
è andata in onda l’intervista di Nina
Palmieri alla bitontina Clorinda.
Lei è una donna bisognosa di aiuto,
libertà, prima che di lavoro. Ha raccontato la sua storia di donna vittima
del suo uomo, Cosimo.
A
scrivere alle Iene è stata la figlia di Clorinda: «Non volevo che mia madre finisse su quei programmi di cronaca nera,
allora ho preferito chiamare voi per denunciare quello che lei è stata
costretta a subire dal suo uomo». Clorinda ha raccontato di una violenza
che è stata costretta a subire per diversi anni, della sua fuga, delle minacce
che continua a subire. In diretta stessa si son potute avere delle
testimonianze di quanto forti e volgari siano le minacce di Cosimo. Negli occhi
di questa donna si legge tanta paura, soprattutto quella di non saper
proteggere i propri figli e farli crescere nella più totale serenità.
«Ho spezzato loro l’adolescenza e mai ho
voluto che i loro occhi vedessero di quanto fosse capace quest’uomo. Preferivo,
addirittura, subire lontano da loro». Ai microfoni delle Iene, Cosimo
ammette e probabilmente non si rende conto che il male commesso non è
giustificabile. Ha promesso di non continuare con le minacce e violenze. Ma
quanto gli si può credere? All’in fuori delle parole di solidarietà che
possiamo rivolgere a questa donna, l’aiuto deve essere pratico. Clorinda ha
bisogno di voltare pagina e punto di svolta potrebbe essere proprio un lavoro
che possa risollevare la sua critica condizione economica. Le piacerebbe anche essere un’addetta alle pulizia o una badante.
Perciò, chiunque voglia aiutarla, potrà scrivere a: unlavoroperclorinda@gmail.com.
La
storia raccontata alle Iene (http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/nins-aiutiamo-clorinda-a-tornare-libera_518051.html) non
è nuova ai nostri taccuini (http://www.dabitonto.com/cronaca/r/fatemi-uscire-da-quest-inferno-la-disperazione-d-una-donna-maltrattata-per-anni-dal-suo-uomo/4822.htm), ma non è nuova neanche al Sindaco Michele
Abbaticchio che così commenta su facebook: «Non credo che il concittadino intervistato ieri sera, su Italia Uno,
possa solo pensare di cavarsela giuridicamente con semplici rassicurazioni. C’è
una giustizia anche sulla Terra. Verifichero’ con le autorità competenti. Alle
vittime di questo signore saranno immediatamente rivolte le attenzioni dovute
da questo Comune».
«Come appartenenti al genere maschile credo che ci siamo
sentiti tutti, invece, colpevoli per il solo fatto di esistere ascoltando
quelle parole. O, forse, parliamo di due specie diverse della umanità. Tutte le
manifestazioni che abbiamo organizzato con la rete delle associazioni bitontine
erano tese a incentivare la denuncia. Molta strada c’è ancora da fare»,
ha concluso il primo cittadino.