Un incontro ufficiale con l’Agenzia regionale protezione
ambientale (Arpa) «per renderci partecipi, il più possibile, del processo
decisionale e la loro posizione in merito alla vicenda dell’antenna telefonica
Tim, prima del provvedimento finale».
Il sindaco Michele Abbaticchio tenta di tranquillizzare gli
imbufaliti residenti di via Pannone, la strada cittadina del momento, che da
qualche giorno a questa parte continuano a manifestare la loro contrarietà
sull’installazione dell’antenna di 30 metri per l’impianto di telefonia mobile
di Telecom Italia.
E il primo cittadino, che fin dal primo momento si è
mostrato sensibile e vicino alle polemiche dei residenti della zona al di là
della ferrovia ma che non ha facoltà di bloccare i lavori, cerca di fare chiarezza
sulla vicenda.
Che nasce oltre 10 anni fa, quando Telecom Italia S.p.a
chiede all’allora sindaco Nicola Pice di poter installare un’antenna per
impianto di telefonia mobile cellulare all’angolo tra via Cantore e via
Francesco Paolo Luiso, in pieno centro. L’amministrazione rifiuta la location
e, con la delibera n°1178 del 2004, decide di concedere il sito di via Pannone,
a due passi dalla linea ferroviaria della Bari Nord.
E così, nel maggio 2005, il Consiglio comunale cittadino
accoglie l’istanza della Telecom. Accade, però, che l’iter procedurale subisca
continui rallentamenti che ovviamente vanno a incidere su tutte le pratiche di
costruzione.
Il via libera arriva soltanto a gennaio scorso, «ma il
permesso di costruire – afferma Abbaticchio – è però condizionato da un
preciso requisito: approvazione del parere definitivo dell’Arpa, prima della
messa in funzionamento dell’impianto, verificate tutte le condizioni di legge e
ovviamente, i rischi della salute per i cittadini».
Spulciando la delibera, però, emerge come, prima del disco
verde di gennaio, c’è stato un primo parere preventivo positivo dell’Arpa
nell’ottobre 2008, quello dell’ufficio Lavori Pubblici di Palazzo Gentile nel
dicembre 2008, e quello del del settore Ambiente del Comune nel gennaio 2009. E
la stipula del contratto di locazione, nel settembre 2012, della durata di 9
anni.
Nella delibera, inoltre, emerge anche un certo gradimento
del progetto anche da parte dell’amministrazione comunale, che lo reputa «meritevole
di approvazione, anche in ragione del miglioramento contestuale delle
urbanizzazioni nell’intorno del sito individuato, rappresentato dal potenziamento della pubblica illuminazione conseguente alla
duplice funzione di torrefaro svolta dall’antenna per la diffusione della telefonia
mobile cellulare».
Il resto è storia recente, con l’avvio dei lavori e le
proteste dei residenti, che lamentano, innanzitutto, di non essere stati
coinvolti sia nel 2005 che nel 2014. «Il prezzo che i residenti pagano è troppo
alto. L’amministrazione, a parte qualche post, non ha espresso giudizio
politico, e l’Arpa fino ad ora non ha mai spento un ripetitore – spiega Gianni
Castellano, uno degli artigiani più esacerbati della zona -. I
fatti invece dicono che alle due antenne di cui ad ora non esiste monitoraggio,
si aggiungerà una terza sui cui effetti dannosi si deve far chiarezza, e
aspettare un parere senza tutelare principalmente i cittadini è da
irresponsabili».
«L’amministrazione non ha garantito alcuna partecipazione nel
processo – sottolinea Castellano – e come mai un sindaco che comunica
tutto, ha taciuto su questa vicenda? Nel caso i pareri siano contrari o si
supera i valori di legge chi si accollerà le spese di ripristino? Dettagli che
lasciano intendere come la situazione in realtà sia stata vista come una
procedura autorizzativa come le altre dal punto di vista urbanistico».
La svolta, però, potrebbe arrivare proprio dall’incontro
con l’Arpa (che si pronuncerà entro 3 giorni), che darà il proprio parere sui
lavori direttamente sul posto.