Cos’era ai primordi
un giardino, se non un eden. I pensili, meno paradisiaci e più terreni giardini
bitontini, erano così imperlati di musica, magia e profumo d’estate.
La sensazione era
proprio questa ieri sera durante il concerto finale del II Corso Internazione di Direzione d’Orchestra, ospitato al Teatro “Traetta”, tenuto dal maestro brasiliano Roberto Duarte.
Sul palco per la
presentazione ha dato il benvenuto il nostro sindaco, Michele Abbaticchio.
«Questa serata è molto importante, è motivo di prestigio
internazionale e vanta collaborazioni
importanti. Il turismo dei giapponesi non è sterile, ma sposa principi
culturali di elevato spessore. Una cultura che è matrice della vera essenza
della nostra città. Cresce una collaborazione trasversale che annovera la
formazione di un’Orchestra che porta il nome del nostro compositore Traetta. È proprio
dall’arte – continua il
sindaco – che si tagliano le spese
sociali. Bitonto sta ripartendo proprio di lì perché è la stessa città che lo
richiede, sono le città europee che lo insegnano.
Stiamo cercando di far rete tra le attività
commerciali, stanno aumentando i turisti, tedeschi, giapponesi e i comuni
limitrofi, vivendo così un vero rinascimento dei rapporti umani».
Il maestro Vito Clemente ha ricordato come «AMIFest, (Apulia Music Internetional Festival)
è iniziato con un rapporto con il Giappone, in particolare con il direttore generale Konomi Suzaki, che tende ad ingrandirsi sempre di
più e con il maestro Duarte lo fa ancora. Stiamo progettando di ampliare il corso e creare qualcosa di più
grande».
Arriva il turno di Roberto Duarte che ha impressionato
proprio tutti.
«La lingua italiana non è la mia lingua ma parlo con il cuore. Mi sono commosso
quando il sindaco ha parlato dell’Europa. Spesso le Orchestre in altre nazioni
vengono chiuse e Bitonto, che è Europa, la crea. È un momento indimenticabile,
ed è importante che diventi un’orchestra
stabile».
Il maestro prende
così a spiegare il suo mestiere attivamente, coinvolgendo il pubblico, facendo sperimentare
quello che è far gesti che corrispondono a quelli della musica che è vita.
«Cos’è la direzione? Tutti sanno leggere la musica,
pensano, il direttore fa dei movimenti e guadagna soldi. I gesti sono i punti
che possono collegare il direttore al suo gruppo. Non è durante lo spettacolo
che ciò si vede ma durante le prove. In 16 giorni, di certo, non facciamo
miracoli ma insegniamo ciò che è fondamentale per essere bravi direttori.
Tempo, velocità, il carattere».
Da Mozart a
Cimarosa, da Barbosa a Rota l’Orchestra Traetta è stata magistralmente guidata
da Lucia Patrono, Dario Feoli, Marco Corcella, Giovanni
Pedroncelli, Adriano Giuliani, Gianpiero Grilli, Serena Dipalma, Nicoletta
Nutricati, Teresa Laera e la
serba Natalija Stanimirovic.
Passeggiando tra i
profumosi gelsi abbiamo incontrato anche Antonio
Papapietro, maestro e direttore
artistico del Conservatorio di Monopoli “Nino Rota”.
«Con la musica si possono fare tante cose. Cerchiamo
di cambiare abitudini, modernizzare mentalità e luoghi comuni ancora forti nel
nostro settore rendendole più a passo coi tempi. La cosa più difficile è tornare
sui sentieri già battuti. La sfida è quella di far rivivere il repertorio
classico con occhi diversi.
Ci sono tre studenti del conservatorio di Monopoli: due
flautisti ed un chitarrista, oltre che la prof.ssa di musica corale Teresa Laera
ed è per me motivo di gioia. Credo sia una bellissima esperienza perché salire sul podio serve ad entrare dentro la
musica a scoprirne i segreti. È un’esperienza che dovrebbero fare tutti coloro vorrebbero
studiare musica ad un certo livello».
Il nostro viaggio,
quasi dantesco, si conclude con la luce. Quella di Lucia.
«È meraviglioso. Dall’orchestra si sente una forza che
nasce. Non è una questione di gestualità ma è come se ti legasse un filo
indissolubile con ciascuno dei componenti. Ho cominciato la mia carriera con
Mozart – racconta la giovane
direttrice – e quando il maestro mi disse
che avrei portato proprio un suo allegro al saggio l’ho preso come un segno. Si
è creato un bell’affiatamento con tutti i miei colleghi e questo aiuta nel far
vivere serenamente le esperienze che si compiono.
Proverò il test per
direzione al conservatorio di Matera e so che ci riuscirò perché è il sogno
della mia vita».
Conclude con una
perla, candida come il volto di Beatrice.
«Credo ci sia dell’incredibile buono in tutti gli
uomini e io voglio tirarlo fuori da ognuno di loro. La musica oltrepassa e la
musica oltrepassa ogni lingua e rende tutti più vicini. Sogno di poter comporre
e poter dare il meglio attraverso la vita e la musica».