“Le
lettere di lamentele per la mensa? Soltanto tre quest’anno”.
E
poi altro che ricatto psicologico ai genitori. “C’è
stata, a fine gennaio, un’assemblea, dopo la quale c’è stata libertà
di scelta da parte se proseguire o meno con il servizio”.
Anche Carmine D’Aucelli, dirigente scolastico del 1° Circolo didattico
“Nicola Fornelli”, si è trovato, suo malgrado, inserito
nella polemica riguardante la pessima qualità della refezione
scolastica proprio nella scuola di via Repubblica.
Ma
lui, chiamato in causa da un genitore qualche giorno fa
(http://bit.ly/2nZOp5c),
replica alle critiche, facendo chiarezza su alcune questioni.
“Bisogna
subito ricordare – principia – che il servizio mensa non è
gestito da me e dal personale di questo istituto, ma c’è una ditta
che se ne occupa (Pastore, ndr), e io posso solo rappresentare
le lamentele dei genitori, quando queste si presentano”.
E
c’è qualcuno che la ha pure presentate, ma sono una goccia
nell’oceano rispetto al numero dei bambini che quotidianamente riceve
la pappa in tavola.
“Nella
nostra scuola – afferma con carte alla mano – la mensa è
servita in ben 22 sezioni (15 dell’Infanzia e 7 della Primaria,
ndr) e quest’anno ho ricevuto soltanto tre lettere di lamentele,
che ho subito girato a chi di dovere, che si è impegnato a risolvere
le cose che non andavano”.
Non
è tutto. “Da quel che mi risulta – continua il preside –proprio per precisi motivi di igiene, non è assolutamente
permesso a nessun genitore di entrare nel refettorio, anche perché è
la stessa ditta a curare l’aspetto della pulizia sia prima che dopo i
pasti. L’unica persona che può chiedere, ma solamente dall’esterno,
è il delegato dei genitori per il servizio mensa”.
E
il ricatto psicologico? “Se lo avessi fatto davvero – sorride
con sarcasmo D’Aucelli – avrei avuto i ringraziamenti da parte
di tutti i sindacati. La realtà è che, come dirigente scolastico,
ho dovuto ricordare ai genitori che, senza la presenza del servizio
mensa, si passa dalle 40 ore settimanali con due docenti a 27 ore con
un solo insegnante. A
fine gennaio, allora, c’è stata un’assemblea nella quale ho
ricordato l’effettiva situazione, e dopo quell’incontro i genitori
hanno fatto regolare iscrizione, con o senza mensa. E io,
naturalmente, cercherò di accontentare le volontà e le indicazioni
di tutti”.
Quindi,
il pensiero finale: “La mensa non va vista come un semplice
servizio pasto, ma un vero e proprio tempo scuola”.