Sono sempre i bitontini a fare le scoperte più curiose,
ogni tanto diamocene merito.
È stato proprio il bitontino Giuseppe Rossiello, titolare della ditta “Ambiente e Tecnologie” a scoprire che le vecchie banconote in lire
la Banca d’Italia non le cambia più
da tempo.
Quelle in euro invece le butta via e le fa bruciare, a
caro prezzo.
Banca d’Italia ha assegnato al nostro concittadino la
gara per il servizio di «ritiro, trasporto e termo valorizzazione con
recupero di energia delle banconote triturate».
Cosa dovrà fare, in pratica, l’azienda? Sarà pagata nei
prossimi due anni per ritirare la vecchia carta moneta e farne un bel falò.
Tutto sarà fatto nel pieno rispetto delle norme
ambientali: addirittura il fuoco prodotto non sarà fine a se stesso ma produrrà
energia grazie ad un processo di termovalorizzazione.
Se la prassi prevede che i soldi di carta vengano sminuzzati
e pressati per farne delle “bricchette”, cioè dei cilindretti di cartone
pressato e scarti di legno utilizzati per alimentare le stufe ed i camini.
Soldi in fumo e la banca pagherà pure chi le brucia: il
costo di tutta questa bella avventura costerà a via Nazionale ben 54.259 mila euro. Più iva, ovvio.