“Cosa faremmo per il bene della città?”. La domanda è di una nostra lettrice, che ha voluto condividere un suo pensiero.
Qui il testo della sua lettera.
“Cara redazione,
vi scrivo perché vorrei invitare i lettori a fermarsi a riflettere, all’indomani dalle ultime vicende accadute a Bitonto. Sembra sia in corso la fiera della vanità e del ridicolo per “il bene della città”. Magari è solo una cattiva impressione, ma quanta falsità siede nelle case di chi si azzuffa a suon di note, interrogazioni e soprattutto commenti sui social network? Sembra quasi ci sia una gara in corso a chi prima dimostra di “Vivere Bitonto”. O forse, al netto, il loro intento è mettere in luce tesi soltanto per interesse personale o per puro desiderio di contraddire/opporsi a qualcuno. Passeggiare per i vicoli del centro storico o qualsivoglia strada della città a scattare fotografie è facile quanto aleggiare come fantasmi nella vita reale e atteggiarsi da perfetti leoni da tastiera sotto un post su Facebook. La vera domanda è: cosa faremmo realmente ognuno di noi per il bene della città senza dipendere da promesse “politiche”? Saremmo, ad esempio, in grado di contribuire alla sua pulizia quotidiana? Saremmo in grado di realizzare iniziative o anche solo di parteciparvi? Siamo solo bravi a parlare a vanvera e poi essere “fuori Bitonto” al primo momento utile? È più facile criticare che agire, d’altronde è sempre stato così. Ma a quale scopo? Cosa si ottiene alla fine del gioco? Un pugno di mosche. Basterebbe davvero poco per amare. Cerchiamo di interrogarci singolarmente e di provare a fare quello che fino ad ora abbiamo evitato, rifiutato o ammirato solo “nel giardino del vicino”. È questo il mio appello. Buona giornata.”