Cari lettori e lettrici, ben ritrovati.
Oggi parliamo dello screening prenatale e del
cosiddetto test combinato del primo trimestre.
Di cosa si tratta?E’ giusto sottoporre tutte le
donne nel primo trimestre a questo test
di screening? I risultati sono attendibili?
La parola inglese screening significa ricerca;lo screening non ha
“finalità diagnostiche”; si tratta di un calcolo delle probabilità che il feto
sia affetto da malformazioni cromosomiche come ad esempio la sindrome di Down o
trisomia 18.
Nel
primo trimestre la donna viene sottoposta allo screening combinato:questo
screening, che permette il calcolo della probabilità, si basa su alcuni
elementi; i principali fra questi sono l’età materna, il dosaggio di due
sostanze prodotte dalla placenta, presenti nel sangue materno e la misurazione
ecografica della Traslucenza
Nucale(NT).
I due test combinati (chiamati Test combinato del primo trimestre)
si effettuano tra undicesima e tredicesima settimana e consentono di
individuare 82 feti portatori di alterazioni cromosomiche su 100, con il 5% di
falsi positivi.
Bi test e translucenza nucale non
comportano alcun rischio per il proseguimento della gravidanza e per la salute
del nascituro.
La misurazione
della translucenza nucale è un esame ecografico, quindi non invasivo e del tutto innocuo per il
nascituro, che consiste nella misurazione dello spessore del tessuto
sottocutaneo che si trova sulla nuca del feto, ovvero lo spazio compreso tra la
cute e la colonna vertebrale.
Quanto
più spessa è la translucenza nucale
tanto maggiore è la probabilità che il nascituro sia affetto dal
disturbo. ( in media a questa età gestazionale è di 2,5 millimetri, mentre nei
feti portatori di sindrome di Down è sensibilmente maggiore).
Il prelievo del sangue, invece,misura la quantità nel sangue materno di due
ormoni prodotti dal feto,) denominati Free
– Beta HCG e PAPP-A (plasma proteina A associata alla gravidanza), sostanze
che sono presenti normalmente in tutte le gravidanze.
I risultati dell’esame ecografico e dell’esame del sangue vengono combinati
insieme all’età materna al fine di formulare i rischi specifici.
Le linee guida aggiornate raccomandano
l’offerta del test combinato, a
tutte le donne in attesa tra l’undicesima e la tredicesima settimana.
Sono esami che
richiedono il pagamento
di un ticket, la cui entità varia da Regione a Regione.
Alla
luce di risultati anomali del bitest,trattandosi appunto di un calcolo della
probabilità, per avere delle certezze bisogna procedere con altri test, come l’amniocentesi, o
il prelievo di villi coriali,
esami tuttavia più invasivi che, ovviamente, saranno consigliati solo in caso
di risultati preoccupanti.
Per dubbi o domande non esitate a contattarmi a rubriche@dabitonto.com.