Nello scorso articolo ho dato dei consigli alle mamma su come affrontare la comparsa del menarca, uno dei segnali che indica l’ingresso della bambina nel mondo delle donne. E se questo passaggio avvenisse troppo presto? Ebbene si…viviamo in un’epoca in cui le bambine lasciano troppo presto le bambole e le coccole dei genitori e cercano quanto prima di entrare nel mondo degli adolescenti. In tutto questo non aiutano la televisione né i mass media che incoraggiano atteggiamenti da adulti. Sono bambine che sanno usare perfettamente il computer, hanno un cellulare ,escono sono iscritte a facebook (anche se non ne conoscono i pericoli), escono di sera con le amiche e già fanno la classifica dei bambini più belli della classe. Vogliono essere belle, truccate e alla moda già a otto anni, e a questa età possiamo già definirle in preadolescenza.
E il rischio è che questo atteggiamento le porti fin troppo presto ad avere rapporti con l’altro sesso e con la sessualità.
La prima volta? Si abbassa notevolmente l’età in cui gli adolescenti hanno il primo rapporto sessuale e dato più allarmante è che non utilizzano precauzioni.
Un recente sondaggio della SIGO (società internazionale di ginecologia e Ostetricia) ha cercato di definire meglio come i giovani italiani vivano la prima volta anche dal punto di vista della contraccezione e della prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale.
I risultati del sondaggio non sono incoraggianti.
Su un campione di 600 ragazze sotto i 26 anni, una ragazza su 6 ha fatto l’amore la prima volta a 14 anni, mentre per più della metà di loro la prima volta è arrivata fra i 15 e i 18 anni. Riguardo la contraccezione la maggior parte delle ragazze ha scelto il preservativo mentre una minima percentuale la pillola anticoncezionale.
Purtroppo resta ancora un 37% che la “prima volta” non utilizza nessuna protezione o solo il coito interrotto. Un dato costante è il cambio frequente del partner in adolescenza: il 43% delle intervistate ne ha già avuti 4 dopo il primo.
In tutto questo è importante sottolineare in primo luogo il ruolo dei genitori che devono essere presenti nella vita dei figli, non in termini di controllo, ma di comunicazione e di osservazione dei loro comportamenti ed amicizie.
In secondo luogo, non meno importante, il ruolo degli insegnanti che devono educare i ragazzi a comportarsi in base all’età e rispettare i tempi della crescita. Qualora infatti si dovessero presentare dei segnali di precocità è fondamentale la comunicazione con la famiglia in modo da intervenire tempestivamente.
Per agevolare tale compito si era proposta l’introduzione nelle scuole dell’educazione sessuale, ovvero una disciplina che fornisce delle informazioni in merito all’anatomia e fisiologia dell’apparato genitale, ai cambiamenti che avvengono durante la pubertà e alle problematiche connesse alla sessualità quali i rischi delle malattie sessualmente trasmesse o di una gravidanza indesiderata. Questa disciplina viene insegnata da professionisti del settore, ovvero ostetriche e ginecologi.
Concludo con una mia considerazione: non possiamo cambiare l’epoca in cui viviamo ed evitare il corso di alcuni eventi ma sarebbe opportuno che soprattutto noi giovani imparassimo ad avere cura di noi stessi ed avere una sessualità consapevole.