Il rapporto fra sport ed asma è stato caratterizzato, particolarmente in passato, da forti convinzioni diincompatibilità.
Spesso i medici sconsigliavano, o addirittura proibivano, ai giovani affetti da asma di svolgere un’attività sportiva congruente a quella dei coetanei non interessati dalla patologia. Associando questa consuetudine alle premure, talvolta esagerate, di genitori molto protettivi sono state create delle barriere consistenti fra gli asmatici e la pratica sportiva.
Fortunatamente, con il progredire della ricerca, è stato dimostrato che non serve vietare lo sport alle persone asmatiche. Addirittura è stato provato che l’attività fisica, controllata, produce effetti sensibilmente positivi sulla qualità di vita quotidiana degli asmatici.
Non meno importanti, in tal senso, sono gli esempi molto stimolanti provenienti dal mondo dello sport agonistico, uno su tutti quello di Paul Scholes, mediano indimenticato del Manchester United. Il centrocampista inglese, che con i Red Devils ha vinto praticamente tutto, ha convissuto con l’asma per tutta la sua ventennale carriera professionistica.
I successi degli sportivi asmatici evidenziano il fatto che nulla è precluso anche a livello agonistico, tuttavia è bene fare delle precisazioni.
L’esercizio fisico rappresenta uno stimolo asmogeno poiché provoca broncocostrizione, ovvero un restringimento del calibro dei bronchi, che è alla base della patologia. Inoltre, fra le varie tipologie di broncospasmo, si parla diExercise Induced Asthma (EIA), ovvero di crisi asmatiche provocate dall’esercizio fisico.
Quindi lo sport è utile ma va scelto e praticato con criterio. Per agevolare le decisioni in questo ambito sono state stilate delle graduatorie riguardo gli sport più o meno asmogeni.
Sport non asmogeni: nuoto (con particolare attenzione al cloro delle piscine), pallanuoto, canottaggio.
Sport poco asmogeni: ginnastica, volley, scherma, arti marziali, sci di fondo.
Sport mediamente asmogeni: basket, pallamano, tennis, hockey.
Sport asmogeni: atletica leggera, calcio, ciclismo.
Sport a rischio per l’asmatico: sport motoristici, immersioni subacquee, attività ad alta quota.
La scelta di praticare un’attività agonistica deve essere concordata con il medico e deve rientrare in un progetto a lungo termine nel quale il soggetto utilizza lo sport come arma di prevenzione contro le crisi asmatiche.
Infatti, oltre ai benefici risaputi dell’esercizio fisico costante, lo sportivo asmatico acquista la possibilità di far partire un circolo virtuoso nel quale: diminuiscono in numero gli episodi critici di broncospasmo, diminuisce la quantità di farmaci da dover utilizzare, aumenta la capacità fisica dell’organismo, migliorano le condizioni del sistema immunitario e cardiocircolatorio. Inoltre si contribuisce ad eliminare un gap psicologico, principalmente nei bambini fornendo loro la possibilità di confrontarsi alla pari dei coetanei.
In definitiva si può dire che lo sport, praticato con criterio e sotto controllo, costituisce, soprattutto in età giovanile, un presidio per ridurre l’impatto sociale dell’asma e per migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto.