Cari
lettori e lettrici,
ben
ritrovati. Colgo l’occasione per augurare, a voi tutti, un buon inizio anno.
In
questo primo appuntamento del 2015 ricominciamo da dove avevamo lasciato. Oggi
parliamo degli strumenti per fare diagnosi di infertilità femminile e maschile.
Le due principali figuri di riferimento sono il ginecologo per la donna e l’andrologoper l’uomo.
La diagnosi di infertilità maschile e femminile passa attraverso alcune fasi. Alcune coincidono e sono: anamnesi, esame obiettivo, e
dosaggi ormonali; altre sono differenti:vedremo in seguito quali siano, nel
dettaglio.
Ecco di seguito le fase di
diagnosi, comuni, per l’uomo e per la donna. Anamnesi: è una completa
raccolta della storia clinica, di quella familiare e lavorativa e soprattutto
andrologica e sessuale. La storia del/della paziente è fondamentale per rilevare possibili
elementi dannosi nelle abitudini di vita (fumo, alcol, stupefacenti,)e fattori
di rischio professionali ed ambientali(calore eccessivo, radiazioni, solventi, pesticidi).
Esame obiettivo: la
visita comprende la palpazione scrotale, l’apprezzamento del volume testicolare
e l’esplorazione rettale per la
valutazione della prostata per lui; invece per la donna comprende una
valutazione ed ispezione dei genitali esterni.
Dosaggi ormonali: l’uomo esegue il dosaggio di alcuni ormoni tramite prelievo del
sangue quali FSH, LH, Testosterone totale e Inibina B.
L’inibina B è un ormone che costituisce,
insieme all’FSH, un ottimo indice di funzione testicolare e la sua
concentrazione correla positivamente con la concentrazione di spermatozoi
maturi.
Per
quanto riguarda la donna uno dei
principali strumenti per la diagnostica dell’infertilità femminilità ,essendo
frequente cause di infertilità la mancanza di ovulazione dovuta a squilibri
ormonali , si avvale di una serie di dosaggi ormonali, come ad
esempio FSH, LH, estradiolo e prolattina nella prima metà del ciclo, e
progesterone nella seconda metà del ciclo.
I
dosaggi ormonali sono molto più importanti, anche soprattutto, con l’avanzare
dell’età della donna in quanto l’ovaio intorno ai 35 anni, entra in una fase di
“senescenza” per progressiva riduzione numerica degli ovociti e
perché quelli residui risultano meno
idonei alla fecondazione. In questi casi è necessaria la valutazione della cosiddetta riserva
ovarica, con il dosaggio dell’ormone antimulleriano, che mira alla
determinazione del potenziale di fertilità futura della donna.
Ora vedremo nel dettaglio
gli esami a cui si sottopongono l’uomo e la donna per la diagnosi di
infertilità:
Per l’uomo:
Spermiogramma
(o esame del liquido seminale):l’indagine di laboratorio è fondamentale perché permette di
valutare non solo le caratteristiche quantitative e qualitative degli spermatozoi
ma anche la potenzialità fecondante dell’uomo;
Valutazione
ecografica dei testicoli: ecografia
che valuta testicoli, prostata e vescicole seminali;
Eco–color-doppler–scrotale:: esame, non invasivo, che permette di
valutare in maniera completa tutte le caratteristiche dei testicoli e di riconoscere patologie responsabili di
infertilità. Permette inoltre di valutare e descrivere la presenza di varicocele, un’altra
causa frequente di infertilità.
Per
quanto riguarda la donna ,invece,
lei si sottopone ai seguenti esami:
Ecografia transvaginale: occupa
un ruolo centrale nello studio della donna infertile, permettendo di valutare
le ovaie, utero e tube e andando, soprattutto, a valutare la presenza dell’ovulazione;
Isterosalpingografia:
esame che permette la valutazione della pervietà delle tube perché la maggior
parte dell’infertilità è dovuta a tube chiuse.
Il
ginecologo e l’andrologo lavorano insieme per capire quali altri esami siano
opportuni per fare diagnosi.
La
coppia, nel momento in cui viene stabilita la diagnosi, di infertilità
maschile e / o femminile, vive un
momento di sconforto iniziale a cui seguono spesso sentimenti di rabbia e
collera.
Dopo la reazione iniziale, però, la maggior parte delle coppie passa a
un sentimento di rivalsa: la necessità di recarsi in un centro specializzato in
problemi di fertilità, per cercare di raggiungere il sogno di diventare
genitori.
Spesso la coppia si sente sola e isolata. E’ necessario quindi che nel centro ,dove si recano ,vengano
sostenuti da un’equipe non solo sanitaria ma anche socio-assistenziale perché il percorso della P.M.A (procreazione
medicalmente assistita) è un cammino difficile e lungo che , spesso, mette
a dura prova la coppia.
Nel
prossimo articolo faremo una panoramica delle tecniche a disposizione della
coppia, introducendo il discorso della fecondazione assistita.
Per
dubbi o domande non esitate a contattare rubriche@dabitonto.com.