Si avvicina il giorno in cui gli italiani saranno chiamati alle urne per l’elezione dei componenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. A Bitonto, intanto, si fanno più forti paure e perplessità tra gli elettori, sarebbe alto il rischio di non avere nei due rami del Parlamento un concittadino che rappresenti il territorio. A interrogarsi sul futuro della loro città natale e non solo, sono Giuseppe Rossiello, deputato dal ’96 al 2006 per L’Ulivo, e Francesco Tassari, delegato del Caf Ugl e espressione della destra. La legge elettorale Rosatellum, il dimezzamento del numero dei parlamentari, la crisi dei partiti politici. Sarebbero queste le cause degli ostacoli alla rappresentatività dei territori secondo i due bitontini.
Sono quattro i concittadini in corsa per la Camera: Michele Abbaticchio, candidato della coalizione di centrosinistra al collegio uninominale Puglia 04; al plurinominale Puglia 02 ci sono Domenico Damascelli, quarto nome di Forza Italia; Francesca Ruggiero e Giuseppe Masciale, secondi in lista rispettivamente nel Movimento 5 Stelle e in Italexit. «In ordine alla riuscita del candidato bitontino, purtroppo c’è il rischio che non si raccolgano sufficienti voti -ha detto Rossiello- e questo mi dispiace. In enorme vantaggio è il centrodestra perché si presenta unito in una coalizione, a differenza del centrosinistra che non è giunta ad accordi, come anche il Movimento 5 stelle. Eravamo partiti con campo largo -sorride l’ex deputato-, ora siamo arrivati al camposanto». «Sono fiducioso -ha dichiarato, invece, Tassari-, anche se verrà eletto un candidato di centrodestra non di Bitonto sono convinto che farà il suo dovere perché nella mentalità della coalizione c’è il fare l’interesse comune, un obiettivo importante da raggiungere soprattutto in un momento di crisi nazionale». Eppure nella storia della politica Bitonto ha avuto come rappresentanti territoriali, dalla Repubblica al 2013, 8 senatori; alla Camera dei Deputati, dal Regno d’Italia ad oggi, conta 10 onorevoli (attualmente in carica Francesca Ruggiero); al governo, invece, solo un ministro, Italo Giulio Caiati, e ben tre sottosegretari tra gli anni ’60 e ’80 circa. Sorge lecita la domanda sul perché le cose oggi possano andare diversamente. «Il sistema elettorale è cambiato e la strada è sempre di più in salita». Con queste parole di Tassari si trova d’accordo Rossiello. «L’unica vera legge che dal ’94 al 2006 -ha aggiunto l’ex deputato- puntava alla rappresentanza è stata il mattarellum. Dopo è iniziato il progressivo distacco fra la politica e gli elettori, i partiti hanno pensato di riappropriarsi della formazione delle liste e di riprendersi il proprio potere. È una riflessione comune in città». Ma non sarebbe l’unica causa. «A peggiorare la situazione è stato il taglio sciagurato del numero dei parlamentari -ha aggiunto Rossiello-. Ho votato contro questo provvedimento perché sapevo che molti territori sarebbero rimasti scoperti di rappresentanti e così sarà». Anche se, dal momento che non può esserci un candidato per ogni paese, «si correrebbe il rischio -ha precisato Tassari- di incorrere in una retorica campanilista nel volere un rappresentante locale perché lui è chiamato a coprire oggi più Comuni e a fare il volere di tutta la nazione». Non è da dimenticare, poi, che con il tempo «siamo andati sempre più nella parte dei partiti personali. Da Silvio Berlusconi in poi, è prevalso l’io sul noi. La conseguenza è stata la crisi sul territorio». Riflessione dell’ex deputato di sinistra in cui parzialmente si ritroverebbe Tassari che ha parlato, piuttosto, di un allontanamento degli elettori dalla vita politica. «Mancano i partiti -ha concluso-. Se ci facessimo un giro in città, scopriremmo che le loro sedi sono frequentate solo in periodo di campagna elettorale. Il malcostume, gli scandali hanno dato il loro contributo. Bisognerebbe più stare al servizio dei cittadini».