Monta sugli uffici comunali “non
accessibili” l’ultima polemica politica all’ombra dell’olivo.
A scatenarla è il consigliere Paolo
Intini, che sulla sua pagina facebook “denuncia” la chiusura, venerdì scorso, dell’ufficio del settore finanziario.
Fuori alla porta, infatti, un cartello: «Al fine di evitare
disfunzioni e per esigenze organizzative d’ufficio, i Consiglieri comunali, gli
assessori, i revisori dei conti sono invitati a prendere direttamente contatto
con il dirigente di riferimento, previo appuntamento da chiedere alla sig.ra Valentini».
Firmato, il dirigente Nadia Palmieri.
Il commercialista non ci sta e non le
manda certo a dire: «E’
inammissibile che un Consigliere comunale debba accedere ai contenuti
amministrativi solamente attraverso dialogo con il dirigente. Quella che
dovrebbe essere la casa comune, diventa luogo in cui si prendono provvedimenti
per evitare scomode visite. Dov’è finita la trasparenza di cui ci si riempie la
bocca? Il Comune non doveva diventare la “casa di vetro”?».
Intini prosegue nella sua arringa ed è
ancora più severo.
«Peraltro, bisogna ben dire che tale avviso, non è valido per tutti. Vi è
infatti qualcuno, né Consigliere, né assessore, né revisore, che accede
liberamente e arbitrariamente a tutti gli uffici, dispone di tutti gli atti di
cui necessita e addirittura è munito di chiavi per entrare anche in assenza di
impiegati. Ma di quale trasparenza parliamo?»
«Non è assolutamente ammissibile tutto
questo», prosegue il professore, che poi racconta
un aneddoto. «Gli impiegati del settore finanziario sono stati ripresi dal
dirigente e anche da qualcun altro accusando gli stessi di avermi consegnato una
bozza della determina n° 117 (determina che ad onor del vero non ho ricevuto
dal settore finanziario ma da altre fonti, ndr). Successivamente la determina n° 117
viene pubblicata all’albo pretorio nell’anno 2013 e chissà perché – cosa da
appurare – firmata dal funzionario Nadia Palmieri, (all’epoca non ancora
dirigente) anziché dalla dirigente Pansini.
Sulla vicenda interviene il sindaco Michele Abbaticchio, contattato
telefonicamente da questa testata.
Il primo cittadino respinge al mittente
le accuse. «Sinceramente non capisco dove sia lo scandalo, perché basta
consultare l’articolo 107 del testo unico degli enti locali per capire come
funzionano veramente le cose».
«Comunque – continua l’ex dirigente comunale – il
dirigente può esercitare il suo potere di rappresentanza senza negare il
diritto di informazione. Anzi, il fatto che sia necessariamente il dirigente e
non l’impiegato a fornirla garantisce una risposta esauriente e non parziale
come quella di un collaboratore che di solito si occupa di alcune mansioni».
Abbaticchio poi “punzecchia” il suo
avversario alle ultime comunali: «Intini, poi, richiede copie di tutti i
documenti che desidera e li riceve puntualmente, oltre ad avere come tutti
accesso all’archivio internet delle determinazioni. Per cui, ripeto, non ho
compreso dove sia lo scandalo».