Da UDC ed Associazione culturale Voli Pindarici riceviamo e pubblichiamo.
“Insieme
al muro di Berlino, sono purtroppo cadute anche tutte le ideologie. L’Italia
non è più un grande paese di frontiera e pertanto ha perso tutti i privilegi di
cui godeva. Ai partiti tradizionali di ispirazione ottocentesca, si sono
sostituiti movimenti politici che hanno spazzato via i valori della tradizione sostituendoli
con un rudimentale concetto di “pragmatismo”.
Oggi,
dopo venti anni, in pochi seguono ancora le vecchie bandiere ed in molti invece
hanno abbracciato il concreto.
Dopo la
scomparsa di Berlinguer, Moro, Spadolini, Craxi e Andreotti, la classe politica
è oggi composta solo da imbonitori e venditori di fumo.
I
movimenti nati dall’odio e dalla contestazione sono più dannosi che suggestivi.
In verità qualcuno ha tentato di ritornare al passato, ma forse dimenticando
che il pragmatismo predilige un progetto messo a punto e realizzato da pochi
uomini e non da tanti uniti al momento da una effimera collaborazione
ideologica e domani divisi da percorsi confliggenti.
Per
ultimo la ricerca affannosa e vana di un centro democratico libero, svincolato
ed equidistante ha impoverito e sfiduciato anche quelle persone che non hanno
più nulla da chiedere alla politica attiva perché soddisfatte di quanto dato e
di quanto ricevuto.
La
politica è passione, che viaggia in compagnia di una progettazione di scopo.
Il
pragmatismo ha oggi portato la gente ad amare l’uomo capace, ad amare chi si
impegna per il compimento di una impresa, ad emulare chi dedica la propria vita
alla ricerca del bene comune. Tutto questo si traduce in una sola parola
“Rinnovamento”.
Il
rinnovamento è diventato una necessità sia per l’Italia che per il mondo intero.
Anche i più
tenaci conservatori si sono rinnovati, anche la Chiesa Cattolica ha scelto un
Papa che ha portato una ventata di aria fresca tra le foglie ingiallite di un
vecchio albero.
Anche la
politica deve provare a rinnovarsi chiamando a raccolta giovani preparati e
volenterosi, che portino l’Italia a stare al passo coi tempi e che allontanino per
sempre i Barbari dal potere.
Chi ama
la sua casa, non deve odiare il suo dirimpettaio, ma dialogare con lui e creare
insieme un percorso comune che renda non solo le loro case più belle, ma
l’intero quartiere vivibile ed a misura d’uomo.
Tutti i
tentativi maldestri di ritornare alle vecchie logiche, devono essere
abbandonati perché l’esperienza ha insegnato (a molti se non a tutti) che ricreare
il PCI, il PSI, la DC, etc.., è impresa impossibile perché lo specchio ormai si
è frantumato e non è più utile alla sua funzione.
Oggi, per
nostra fortuna, tre personaggi nuovi si sono affacciati alla ribalta politica
che rappresentano al contempo un’unica risorsa per il paese, ma al momento forse
solo il Sindaco di Firenze, appare come unica e vera novità della classe
dirigente. Potrà essere ritardato il percorso dai vecchi leoni della politica
che faticano a rassegnarsi al destino, sordo e baro, ma il rinnovamento è alle
porte e niente e nessuno potrà interrompere il suo iter.
I
partiti che avevano tentato il rinnovamento senza avere gli uomini giusti,
hanno tirato i remi in barca, mostrando tutti i loro limiti contrassegnati da
una carenza assoluta di progettualità e di concretezza compensandola spesso col
concetto nostalgico “noi eravamo”.
La
mancanza assoluta di una strategia per far risorgere i partiti tradizionali,
oggi ha dato la stura alla esaltazione delle capacità individuali. Il
rinnovamento però deve affondare le radici nella giustizia sociale e la
politica deve essere governata da questa, spazzando via tutti i favoritismi che
sino ad oggi l’hanno caratterizzata.
Ed è
intorno a questi concetti che si dovrà costruire il futuro per le nuove
generazioni. Per uscire dalle sabbie mobili nelle quali il nostro paese è
caduto è necessario che pochi siano al comando.
È quindi
opportuno ridurre il numero degli onorevoli e dei senatori in Parlamento; creare
una nuova legge elettorale che ci porti alla formazione di un governo che si
dedichi anima e corpo alla risoluzione del problema del lavoro soprattutto giovanile
e della sicurezza sociale, per ridare all’Italia il benessere ed il prestigio
internazionale che aveva durante la c.d. Prima Repubblica e che oggi è andato
perduto”.