Tra le varie polemiche che stanno infiammando la vita politica dello stivale, quella che certamente fa più discutere è quella delle commissioni parlamentari permanenti, non ancora partite.
Ed a tal riguardo, per lo meno singolare è stata l’occupazione del Parlamento alcuni giorni fa da parte dei grillini, la cui posizione è chiara: costituire tali organi nonostante l’assenza di un (nuovo) esecutivo.
Anche il deputato pentastellato bitontino Francesco Cariello ha detto la sua sull’argomento, e lo ha fatto in un intervento ieri mattina alla Camera.
«Colleghi Deputati, premesso che l’art 19 del Regolamento prevede che i gruppi parlamentari debbano designare subito dopo la loro costituzione i propri componenti nelle Commissioni Permanenti, e poiché da quanto ci risulta, a distanza di un mese, ci sono ancora Gruppi Parlamentari consistenti, come PDL e Scelta Civica, che non hanno adempiuto a tale disposto normativo, invitiamo la presidente della Camera a richiamare formalmente tali gruppi ed invitarli a tale designazione al più presto!».
Si passa all’attacco: «I cittadini non possono aspettare questi giochi di palazzo, anche perché le persone non sono pezzi inermi della vostra scacchiera. E’ da veri irresponsabili non avviare il lavoro delle Commissioni permanenti tanto più adesso che ci chiedete di discutere in commissione speciale un argomento complesso come il DEF (Documento di economia e finanza) e, dunque, il bilancio»,
E perciò «solo 52 Parlamentari eletti dal popolo italiano sono chiamati a decidere sulla programmazione economica e finanziaria del Paese. Quella che, di fatto, tocca la vita e le tasche dei cittadini».
Cariello, quindi, stuzzica i colleghi del Popolo della libertà.
«Fornite subito i nomi per costituirle (le commissioni parlamentari, ndr), anche perché non vogliamo in nessun modo supporre che stiate attuando un tale blocco per barattarle con un nome del presidente della Repubblica che attui un salvacondotto giudiziario nei confronti del plurimputato e pluriprescritto presidente Silvio Berlusconi».
Il “saluto” finale, invece, è per la presidente della Camera, Laura Boldrini, che deve «farsi garante del popolo italiano e deve sollecitare tutte le forze ad avviare i lavori parlamentari per rispondere quanto prima alle esigenze degli italiani».