La rosa dei candidati sindaco intervistati dal nostro quotidiano si completa con Dino Ciminiello, espressione del Movimento 5 Stelle bitontino. Ecco alcuni dei punti programmatici con i quali si presentano i pentastellati.
Scuola
«Innanzitutto è necessario mantenere l’autonomia scolastica delle frazioni, in particolare per l’istituto comprensivo “Don Tonino Bello”, in un territorio che soffre di problematiche sociali. Dal punto di vista strutturale è necessario puntare sulla modernizzazione delle infrastrutture, verso la rigenerazione degli spazi, che vanno riqualificati dal punto di vista energetico. Per esempio, la scuola “Sylos”, va posta sotto attenzione, sulla scorta della chiamata da parte dei genitori. Il vero problema è programmare e investire sulle infrastrutture. Noi vorremmo un assessorato alla cultura che si occupi di scuola non solo come interscambio. Questo lo si può fare sia attingendo alle finanze pubbliche che intercettando fondi».
«Quando parliamo di “interscambio”, facciamo riferimento a quello fra monumenti, paesaggio e scuola. È anche importante programmare scambi didattici in luoghi consoni, come ad esempio la Galleria “De Vanna”, o anche nella ruralità, come il Bosco di Bitonto e la Lama Balice, a volte dimenticati dai bitontini stessi. La progettualità deve essere al centro dell’assessorato alla cultura».
Welfare e sanità
«Al di là del piano sociale di zona, che ha già obiettivi chiari, pensiamo che i fondi gestiti dal Comune debbano andare non ad un assistenzialismo fine a se stesso, ma debbano avere ricadute sia dal punto di vista dei servizi sociali che dei fondi. È quindi necessario mettere mano al bilancio e tagliare gli sprechi. Ad esempio, abbiamo pagato una penale di 200 mila euro per un bene non realizzato come la scuola (la nuova “De Renzio”, ndr), e che potevano essere spesi per altre opere. La Cassa Depositi e Prestiti lo permetteva.Inoltre, nel nostro programma non abbiamo inserito il taglio ai costi della politica, perché è già implicito nell’attività del Movimento 5 Stelle. Nello specifico, la decurtazione, la cui percentuale è ancora da stabilire, riguarderà i consiglieri, gli assessori e il sindaco. L’obiettivo è quello di creare un fondo ad uso della collettività, che deciderà la migliore destinazione. ».
«Oppure quei fondi attribuiti con affidamenti diretti. Legittimi, per carità. Ma non si capisce come mai uno stesso provvedimento debba essere spacchettato per rimanere sotto soglia ed evitare il bando pubblico. Un esempio è l’Asv che ha reso pubblico tutto sul proprio sito. Oppure altri soldi potrebbero essere risparmiati attraverso la digitalizzazione, evitando i costi per la manutenzione dei software e utilizzando l’open source. Altri risparmi possono derivare dal taglio alle indennità di assessori, sindaco e commissioni. Oppure ancora aggredendo la spesa relativa alla gestione dei rifiuti di 1 milione e 300 mila euro».
«A livello sanitario opteremo per un ridimensionamento ed una riorganizzazione del servizio, anche grazie all’aiuto di Mario Conca. Per esempio quello della guardia medica nelle frazioni è un servizio inutile, che va rivisitato con una medicalizzata. Servirebbero due medicalizzate, una a Bitonto e una a Mariotto».
«Prevediamo inoltre che in ospedale siano concentrati tutti i medici curanti, così da abbattere quelle corsie preferenziali verso gli ospedali primari. Vorremmo abbattere lecode interminabili agli ospedali di primo livello. È necessario ripensare in modo propositivo il servizio sanitario locale».
Turismo e cultura
I dati sono inconfutabili. Abbaticchio si è trovato in una situazione storica favorevole, con delle dinamiche innescate già dal sindaco Pice. Bisogna dare atto che molto è stato fatto da quei giovani che hanno voluto investire nel centro antico e hanno visto delle opportunità. Abbaticchio ha creato questa mezza pedonalizzazione che ha favorito l’insediamento delle attività produttive».
«Tuttavia, questi dati nascondono un turismo mordi e fuggi. Il centro antico ha un mercato saturo, fatto da b&b, paninoteche, viste le problematiche che alcuni dei locali iniziano a manifestare. La pecca di questa amministrazione è stata quella di crogiolarsi dietro questa movida senza puntare verso una creazione di pacchetti turistici, che includano per esempio la galleria “De Vanna”, la Cattedrale. Il Movimento 5 Stelle creerà dei pacchetti diversificati, consultando tutte le categorie interessate. Così il turista potrà scegliere fra una visita architettonica, al museo, nel centro antico o verso un territorio che può offrire un turismo esperienziale».
«“Cortili aperti” è l’esempio lampante delle possibilità della città, visto che potremmo averlo tutti i giorni nell’anno. Immagino il monastero di San Domenico come contenitore di esposizione per la didattica e in gemellaggio con gli altri musei, perché ha luoghi ampi, è nel centro antico e architettonicamente si confà a questa offerta turistica. L’amministrazione dovrà inoltre creare dei presupposti affinchè altri territori possano interscambiarsi con noi. Bitonto deve diventare da città della delinquenza a città della cultura».
Sicurezza e legalità
«È necessaria un’azione forte e decisa, chiedendo la massima partecipazione ai cittadini. Possiamo dotarci di un’applicazione gratuita in cui il cittadino può fare una segnalazione di un reato sospetto. Segnalazione che va analizzata da una centrale interforze. Altrettanto importante è gestire le telecamere all’ingresso di città e frazioni, con sistemi che rilevino targhe e velocità».
«Noi, come amministrazione a 5 Stelle, adotteremo il software ‘Key Crime’, di cui il Ministero dell’Interno ha messo già a disposizione i fondi. In questa maniera costituiremo una centrale operativa che tipizza il criminale. Adotteremo poi una linea forte nelle istituzioni sovracomunali. La dobbiamo smettere di rivendicare che tutto è a posto e bello, mentre l’Amministrazione non ha fatto attenzionare la città di Bitonto dal punto di vista dei centri di coordinamento territoriale».
«È poi necessaria una riorganizzazione dei Vigili urbani. Non è possibile che nelle frazioni ci sia un solo vigile. Inoltre, chiederemo l’innalzamento del dirigente da Tenete Colonnello a Colonnello. Si tratta di una richiesta fattibile perché a livello provinciale non esiste un Commissariato con un primo dirigente. Se ci riuscissimo, otterremmo più uomini. Non dobbiamo assuefarci alla logica secondo la quale il crimine ha carattere endemico e non può essere sconfitto».
Ambiente e rifiuti
«Siamo convinti che Bitonto debba fare di più. Ereditiamo una città che è ultima nell’Aro, una città che ha abbandonando le periferie ai rifiuti, una città senza strategia, non sostenibile dal punto di vista ambientale. Vogliamo puntare su una strategia che vada incontro alla detassazione dei rifiuti e ad una serie iniziative che agevolino il compostaggio, l’installazione di eco-compattatori, investendo sulle isole ecologiche di prossimità. Crediamo che il “porta a porta” sia indispensabile, ma in alcune zone è impossibile vista la struttura demografica della città. In tal caso troveremo dei fondi per creare delle isole ecologiche di prossimità o aiuole di prossimità. Da non sottovalutare l’idea delle isole ecologiche di prossimità mobili, già presenti in alcune città».
«La strategia “rifiuti zero” che noi proponiamo è del 2007. Adottata nel 2008 dalla Ue, nel 2010 il legislatore italiano l’ha introdotta a suo modo nel nostro Paese. Inoltre, dobbiamo fare di più rispetto alle sole iniziative di sensibilizzazione. Oltre tutto ciò, bisognerebbe incentivare il compostaggio domestico. Il “porta a porta” è un’azione che va implementata con investimenti dove possibile, mentre da un altro punto di vista è un sistema già dato. L’idea è infatti quella di abbattere sia i costi di trasporto che quelli del conferimento in discarica. É necessario registrare i conferimenti dei cittadini in modo tale da premiare coloro i quali differenziano di più».
Attività economiche e sviluppo locale
«Ereditiamo una città che non ha un vero e proprio centro commerciale cittadino, una città che dal punto di vista artigianale sta abbandonando i cittadini. Pensiamo ad esempio al deserto che c’è nella zona artigianale. Dobbiamo assolutamente invertire questa rotta. E il tutto deve innescarsi in una logica di mobilità sostenibile, come la pedonalizzazione del centro, che potrebbe interessare via Repubblica, via Verdi e il Corso. Alcuni cardini del sistema economico cittadino sono l’agricoltura ed edilizia. Si potrebbe pensare di promuovere un prodotto d’eccellenza locale, come l’olio, attraverso una fiera permanente delle nostre eccellenze. Per quanto riguarda l’edilizia, la dobbiamo vedere sviluppata in rapporto ad un’agricoltura innovativa.»
«Inoltre, la rigenerazione del centro città non può essere l’unico patrimonio su cui investire. I cittadini abitano anche nelle periferie, che vanno recuperate sempre nell’ottica di un “consumo zero” del territorio. Bisogna attuare un concetto di perequazione, agevolare la volumetria in città, attraverso un’edilizia innovativa e prodotti nuovi come la canapa. Perché l’agricoltura deve coniugarsi anche con la ricerca ed edilizia. Ci sono già dei giovani imprenditori che stanno investendo su erbe medicinali nel territorio bitontino. Il centro tecnologico sia un punto nodale di aggregazione per la ricerca anche in questo settore».
Periferie
«Nessuno deve rimanere indietro. Ci deve essere una maggiore attenzione per le periferie. Dobbiamo quindi collaborare con le associazioni del territorio, imprenditori e chi fa assistenza sociale affinchè ogni periferia si senta parte della città. La mentalità dei cittadini deve cambiare e tutto ciò che è programmato deve essere in ordine ad una visione organica del territorio. Ricordo come nel passato alcune sagre portassero gente a Mariotto. Con questo non vogliamo dire che ci debba essere uno svuotamento del centro per andare alle periferie, bensì un’armonizzazione perché tutti si sentano comunità».
Sport
«Abbiamo sentito diverse associazioni. Il discorso delle infrastrutture sportive è importantissimo. Nel programma abbiamo inserito diversi punti, come l’introduzione di sport motoristici nel panorama bitontino. Pensiamo che lo sport possa attrarre giovani e che tolga terreno al degrado sociale. Infatti, riteniamo giusto dare spazi non solo ad associazioni di cultura ma anche a quelle sportive. Puntiamo ad una sinergia fra associazionismo e territorio, tanto che, secondo noi, le associazioni sportive, che possono offrire qualcosa in tal senso, debbano rientrare in pacchetti turistici».