Sanb. Se ne parla da oltre tre anni, da quando la Società Ambientale del Nord Barese fu istituita per gestire il servizio di igiene urbana nei comuni di Bitonto, Molfetta, Ruvo, Terlizzi e Corato. Ma, come sappiamo, oltre a non essere mai partita, versa in situazioni economiche abbastanza gravi, tant’è che ha bitogno di una ricapitalizzazione per coprire alcuni costi amministrativi e non essere portata a liquidazione.
Ieri nella sede del Partito Democratico si è discusso proprio di questo, in un dibattito sulla “Gestione integrata dei rifiuti: quale futuro” alla presenza di Gianfranco Grandaliano, commissario dell’agenzia regionale per la gestione del ciclo dei rifiuti.
«L’incontro nasce per analizzare la situazione dei rifiuti regionale e comunale. Un tema scottante. L’attuale amministrazione regionale ha ereditato una pesante eredità e tutto questo ha avuto ripercussioni anche nei comuni» ha introdotto Francesco Paolo Ricci, facendo un breve resoconto della vicenda Sanb e accusando logiche campaniliste dei comuni alla base della stasi che ha depauperato il capitale sociale: «L’obiettivo è stato sempre quello di ottenere un miglioramento del servizio con una forte riduzione della spesa procapite. Di contro abbiamo a Bitonto una società, l’Asv, con un know-how e dei dipendenti da salvaguardare (dovrebbero confluire nella Sanb, ndr). Da parte dell’amministrazione comunale c’è stato sempre un atteggiamento di confusione. Ma è una questione da riprendere subito, perché abbiamo il dovere di dare risposte ai cittadini».
Anche perché, come spiega Grandaliano, entro il 15 gennaio 2018 il consiglio comunale bitontino deve deliberare per la costituzione della Sanb: «Altrimenti devo procedere ad un affidamento diretto o ad una procedura di evidenza pubblica. Non sono possibili altre proroghe e non ci sono alternative».
Il commissario, confermando le accuse di «gestione campanilista che manca di quella visione unitaria richiesta dal governo centrale» ha riferito di aver richiesto entro fine mese il piano industriale aggiornato della società: «È stata sprecata un’opportunità per creare nel ciclo dei rifiuti un soggetto pubblico. Purtroppo ognuno ha guardato al proprio orticello e questo ha impedito che la logica unitaria richiesta dalla legge Madia prendesse piede. Avevo proposto un piano industriale che avrebbe permesso ai cinque comuni non solo di essere autonomi, ma di trattare anche i rifiuti di altri comuni. Purtroppo, specialmente qui nel Meridione, c’è molta reticenza a mettersi insieme».
E, riferendo di casi positivi di aggregazione in Toscana, aggiunge: «Queste società servono per creare un’impiantistica pubblica che consenta il contenimento dei costi, in modo che ci siano benefici sul territorio anche economici, per rimediare ai maggiori costi del servizio porta a porta. Il rischio è che altre società private verranno da fuori con i loro impianti».
A proposito di maggiori costi, Grandaliano ricorda che il 2017 è stato l’ultimo anno è stato possibile evitare l’aumento dell’ecotassa: «Bitonto è il fanalino di coda per quanto riguarda le percentuali di raccolta differenziata. Febbraio 2018 è l’ultimo termine per raggiungere gli obiettivi richiesti, altrimenti dal 2019 la maggiorazione sarà inevitabile».
«Sono colpito da questa incapacità di fare integrazione e di guardare al di là del proprio orticello. Ognuno vuole conservare il controllo sul proprio territorio» ribadisce Roberto Toscano, commissario liquidatore della Sanb, che accusa di ambiguità l’atteggiamento finora seguito. Alcuni comuni sono infatti d’accordo sul proseguire con la Sanb, in altri l’atteggiamento è più incerto: «Tra questi vi è Bitonto, con la delibera più ambigua, perché si limita a dire cosa l’Asv può fare in via transitoria, senza esprimersi sulla ricapitalizzazione della Sanb. Capisco l’esigenza di un’attualizzazione del piano industriale, sottolineata da alcuni dei comuni partecipanti, come Bitonto, ma ho l’impressione che questa sia una scusa per non andare avanti. Abbiamo già un piano industriale che scade nel 2020. Si tratta di attuare la legge. L’atteggiamento da guerra di religione, da battaglia tra guelfi e ghibellini, non è utile a nessuno».
All’incontro hanno partecipato alcuni esponenti di opposizione, che hanno fortemente contestato l’operato della giunta Abbaticchio, a partire dal consigliere Michele Daucelli.