Come avevamo preannunciato (leggi qui), ieri il Consiglio
comunale bitontino avrebbe potuto approvare l’atto di indirizzo di uno strumento
semplice eppure innovativo: il Regolamento
delle unioni civili.
Seguito dalla delibera di
Giunta, il provvedimento avrebbe prodotto il registro delle unioni civili con il quale si cerca di dare tutela e
garanzie alle coppie composte da persone maggiorenni, di sesso diverso o dello
stesso sesso, legate da vincoli affettivi e/o da reciproca assistenza morale
e/o materiale, ma non legate da vincoli giuridici (matrimonio, parentela,
affinità, adozione, tutela, curatela).
I richiedenti
devono avere stato civile libero o in stato di separazione legale da più di tre
anni, non devono essere iscritti nel Registro come componenti di altra unione
civile, devono essere residenti e coabitanti nel comune di Bitonto da almeno
due anni per motivi di reciproca assistenza morale e/o materiale.
Tutto ciò, però, è rimasto solo sulle carte, almeno per
il momento.
Nella seduta del Consiglio comunale di ieri, infatti, si
è optato per il rinvio di questo
punto.
La volontà, a detta del consigliere Vito Rosario Modugno (SEL) e del primo cittadino Michele Abbaticchio, sarebbe quella di attendere la normativa nazionale e il
parere degli uffici, ma alcuni consiglieri hanno comunque voluto dire la
loro.
Parte Filippo D’Acciò(Città Democratica): «Accolgo solo
parzialmente la proposta di rinvio. In attesa di una legge nazionale definitiva
per le unioni civili, ritengo che l’istituzione del registro possa aiutare a
superare i pregiudizi. Anche altre amministrazioni hanno visto in questo
strumento un’occasione di sensibilizzazione».
Di altra opinione Domenico Damascelli (FI): «Al di là dell’aspetto confessionale, c’è un
modo semplice per sancire l’unione di due persone: una firma al registro del
matrimonio. Se sopraggiungerà una normativa, che senso ha rinviare il punto? Va
ritirato per essere (spero mai) riproposto in un’altra veste. Il rinvio non ammette
la modifica».
«Abbiamo
subito condanne dalle Corte di Giustizia europea. – risponde
Modugno – Il Comune può in autonomia istituire un registro
delle unioni civili per far ufficializzare che due persone vivono insieme».
Nonostante l’appello dei
consiglieri comunali Francesco Ricci(PD), Matteo Masciale (Progetto
Comune), Giuseppe Maiorano (Lista
Intini) e Francesco Toscano (UDC),
ad ottimizzare i tempi ed evitare di trattare punti da rinviare (come deciso in
conferenza di capigruppo), la discussione prosegue.
«È
importante fare chiarezza: il regolamento si riferisce alle unioni di persone
dello stesso sesso? Qual è la differenza tra questo registro e la possibilità
di registrarsi come conviventi?» chiede Carmela Rossiello (FI).
«Non
ci stiamo nascondendo dietro un dito – risponde ancora Modugno – è tutto scritto nel regolamento: unione tra
persone di sesso diverso o dello stesso sesso».
Il risultato però non
cambia: il punto è rinviato.
Ai “microfoni” di facebook
affida il suo pensiero l’assessore Giuseppe
Fioriello, tra i promotori del registro delle unioni civili a Bitonto: «Si è chiusa con un sostanziale “nulla di fatto” l’approvazione
del regolamento sulle unioni civili in Consiglio comunale. Con una discussione
strozzata sul nascere. Dopo che la mia proposta è rimasta nei meandri della
macchina politico-burocratica per due anni. Il tutto rimandato, elegantemente,
pronti a ricevere il “giusto” orientamento in materia, che per ovvie
ragioni non arriverà mai, dal governo nazionale. È inutile ribadire che la
società è molto più avanti rispetto alla politica. Provo vergogna, si rimanda e
ci si nasconde dietro le spoglie del rispetto delle forme convenzionali».