Domenica si vota. Tutti gli italiani sono
chiamati ad esprimersi al referendum abrogativo per la norma che
concede la proroga delle concessioni per le piattaforme petrolifere già
esistenti entro le 12 miglia marine (più o meno a 20 chilometri da terra).
In un referendum abrogativo, la parola viene data
ai cittadini, che hanno così modo di esprimersi direttamente su una legge e,
nel caso non piaccia, abrogarla. Dunque è compito di ciascuno di noi, a
prescindere dalla nostra visione, approfittarne, informarci e fare una scelta
consapevole. Dunque analizziamo quali sono le ragioni a favore delle due
opzioni di voto.
Più volte abbiamo indicato le ragioni del “sì”,
alla luce dell’intensa attività svolta dai comitati referendari sorti a
Bitonto. Esse vertono principalmente sui rischi di inquinamento ambientale
dovuto non solo ad eventuali incidenti, ma anche alle semplici operazioni di
estrazione che, attraverso le tecniche utilizzate, danneggiano la salute degli
animali. Si paventa anche rischi alle attività economiche di regioni, come la
Puglia, che su pesca e turismo basano gran parte del proprio sostentamento. Ne
trarrebbero beneficio solo le multinazionali del petrolio, a cui svendiamo con
royalty basse. Nessun vantaggio ne deriverebbe in termini di occupazione, dato
che non sono tanti i lavoratori utili per far funzionare una piattaforma.
Infine, sostengono i referendari, è giunto il
tempo di accantonare fonti energetiche inquinanti come il petrolio, per
investire sulle rinnovabili, ad impatto energetico minore, più sostenibili.
Ma quali sono le ragioni dei contrari e di chi è
propenso all’astensione? Per avere informazioni complete e farsi un’idea
migliore, è giusto sentire anche l’altra campana.
Il principale argomento di chi sostiene
l’astensione o il no è quello relativo ai posti di lavoro che sarebbero a
rischio in caso di diniego di nuove proroghe. Si accusa inoltre i referendari
di essere affetti dalla sindrome Nimby (Not in my backyard, non nel mio
giardino), dal momento che, non avendo ancora l’autosufficienza energetica con
le rinnovabili, si importerebbe petrolio e gas da altri paesi, pagandoli di
più, aumentando il traffico di navi petroliere e, quindi, inquinando di più.
Gli antireferendari, infine, sottolineano che il pericolo di incidenti non
sarebbe così alto come paventato dal fronte avverso.
Dunque, a prescindere dal nostro modo di vedere, informiamoci, leggiamo, ascoltiamo tutte le
campane e poi facciamo una scelta consapevole.