“Dobbiamo
rappresentare un altro Sud e costruire il futuro tenendo per mano la comunità”.
Alle 13.20 di
ieri, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha concluso così i lavori della seduta
inaugurale del Consiglio metropolitano di Bari, svoltosi simbolicamente a
Poggiorsini, il Comune più piccolo della Provincia (poco più di 1.400 abitanti,
nessun cinema o teatro, ospedale più vicino Gravina, unica parrocchia presente
quella della Madonna dell’Addolorata con un prete 28enne, bilancio annuale di
500 mila euro circa, alle prese con la scomoda questione della discarica) e il
più lontano dal capoluogo pugliese.
Comunque la si
veda, quella di ieri è stata una data storica: il passaggio dalla Provincia
alla Città metropolitana ha avuto inizio, e da gennaio sarà ufficiale.
La seduta. La giornata è iniziata poco dopo le 11, allorché tutti (o
quasi) i 18 consiglieri metropolitani sono partiti in pullman dalla sede della
Provincia, in via Spalato, in direzione Poggiorsini. Qui sono stati accolti,
davanti alla sede del Comune murgiano, dal sindaco Michele Armienti, dai
carabinieri e da alcuni curiosi cittadini,
Poi tutti
nella sala consiliare. Dopo i saluti di Armienti («non chiediamo niente al
nuovo ente, soltanto che lasci integro il nostro territorio») e del vescovo
della diocesi di Gravina -Altamura -Acquaviva, mons. Giovanni Ricchiuti («ci
sia attenzione alle fasce più deboli»), Decaro (sindaco per legge della
Città metropolitana, ndr), alle 12.45 ha dato avvio ai lavori. Tra i
provvedimenti analizzati e approvati all’unanimità, la convalida degli eletti,
il regolamento dei lavori del Consiglio metropolitano e la costituzione di una
commissione che dovrà redarre lo statuto (di cui l’Anci Puglia, l’associazione
nazionale dei Comuni italiani, ha già elaborato una bozza) della Città
metropolitana. La commissione è formata da 9 membri, 5 del centrosinistra e 4
del centrodestra: Michele Abbaticchio, Giuseppe
Carrieri, Alfonso Pisicchio, Anita Mauridinoia, Domenico Cardascia, Francesca
Pietroforte, Sergio Povia, Pasquale Pomodoro, Luigi Lorusso.
«La legge– ha sottolineato Decaro – ci dà tempo fino al 31 dicembre per approvare lo
statuto, ma il nostro obiettivo è deliberarlo entro il 14 dicembre per essere
la prima Città metropolitana italiana a farlo». Lo statuto, però, non sarà
deciso (soltanto) nelle stanze dei bottoni, perché la Commissione, in pratica, dovrà sottoporre la
bozza all’attenzione delle varie istanze territoriali e accogliere le loro
richieste, ove possibile.
Il primo
cittadino barese ha illustrato, poi, gli obiettivi della Città metropolitana,
che nascerà il 1°gennaio 2015. «Abbiamo il dovere – ha detto – di
dare una sferzata alle riforme incompiute, di offrire ai cittadini nuove
prospettive di sviluppo e realizzare un modello nuovo di sviluppo del territorio.
La Città metropolitana non deve essere l’area metropolitana di Bari, ma
l’insieme delle comunità delle terre di Bari e lo dimostra la nostra presenza
qui a Poggiorsini».
«Dobbiamo
avere – ha proseguito allontanando ancora una volta il rischio di eccessiva
baricentricità dell’ente – un approccio policentrico e far sentire inclusi
anche quei Comuni che non sono presenti in Consiglio, e tutte le decisioni che
prenderemo devono rappresentare una vittoria dell’intero territorio e non di
qualcuno. È fondamentale salire il prima possibile sul treno dell’Europa perché
non c’è più tempo da perdere».
Ai consiglieri
è arrivato anche il saluto dal presidente della Provincia Francesco Schittulli,
che si è augurato che «questo percorso che inizia deve essere un riscatto
per il Mezzogiorno e una opportunità di crescita reale del territorio».
Dai bambini. Decaro e gli altri,
poi, hanno lasciato il Comune e si sono recati nella residenza sanitaria
assistita della città, gestita dalla Asl di Bari, e hanno risposto alle domande
e alle curiosità
dei più piccoli.
Per il primo
giorno di scuola può anche bastare. In attesa delle nomine e delle decisioni
ben più importanti da prendere.