«Il merito della sconfitta é il mio. Può sembrare strano che qualcuno in politica si attribuisca il merito di una sconfitta, molto più facile trovare persone che si prendono meriti di vittorie, ma vedere trasformare in una “bagarre” politica con cotanta platea una richiesta di rispetto del lavoro delle commissioni mi è sembrato quanto meno inverosimile».
Commenta così, il consigliere Pasquale Castellano (Italia in Comune). La vicenda della fallita sfiducia al presidente Labianca. Lui che era stato uno dei promotori della proposta di porre fine al mandato dell’esponente di Sud al Centro, salvo poi essere stato additato come uno dei responsabili del mancato raggiungimento della maggioranza necessaria: «Sarò una persona anomala ma sin dall’inizio la mia richiesta era semplice: approvare con più rapidità dei regolamenti come quello degli organismi di partecipazione o quello relativo alla cittadinanza onoraria e il rivedere altri regolamenti e istituirne dei nuovi per normare alcune discipline, rispettare i termini di intervento di consiglio e rendere più fluido il lavoro della commissione affari istituzionali, che in alcuni casi si era riunita solo una o due volte al mese pur avendo tanti argomenti da affrontare».
«Da questo presupposto – continua – era nato tutto e ringrazio sia il Sindaco Michele Abbaticchio che si è esposto in prima persona sia gli altri consiglieri che l’hanno fatto nell’ultima parte del consiglio odierno. Mi fa specie invece subire degli attacchi personali e constatare che la mia esigenza di avere una presidenza più attenta alle necessità dell’assise consiliare e della comunità non fosse stata riscontrata dagli altri. Anzi per alcuni consiglieri intervenuti non c’era nulla da eccepire e tutto andava bene».
Ecco, quindi, che Castellano si difende dalle accuse di essere stato un franco tiratore e parla di “teatrino dell’assurdo”: «La beffa finale è che qualche ben pensante è riuscito anche ad attribuirmi la mancata sfiducia nei confronti del presidente. A questo punto è doveroso da parte mia chiedere scusa sia al Sindaco che ahimè sopporto dal 2012 per averlo trascinato in questa “bagarre” e sia al presidente riconfermato Vito Labianca per aver pensato ci fossero problemi di natura gestionale e di rappresentatività istituzionale. Di certo in compenso posso garantire ad entrambi che con franchezza e schiettezza gli dirò sempre quello che penso».
Sulla vicenda arriva anche il parere del sindaco Abbaticchio: «La questione sulla sfiducia del presidente del consiglio non è mai stato un fatto politico. Lo abbiamo ripetuto in ogni occasione. Nasce dai commenti, dalla insoddisfazione (apparente o reale) di quasi tutti i consiglieri comunali di maggioranza che da mesi bussano alla mia porta per evidenziare questioni oggettive, ancora oggi sul tavolo. Ho lasciato che si procedesse alla verifica perché ho ritenuto fosse corretto nel rispetto del lavoro di tutti. Lo farei anche per altri ruoli, senza distinzione. Il consiglio comunale resta sovrano ed io non sono proprietario di quest’ultimo. Alla conclusione dei lavori di ieri, occorre prendere atto che 15 consiglieri (praticamente una maggioranza relativa) non sono stati soddisfatti del lavoro condotto dal presidente. Vito dovrà farsene carico, a cominciare dal coordinamento degli stessi per risolvere il problema delle commissioni consiliari, urgente ed improcastinabile».