Dallo staff regionale di Forza Italia riceviamo e pubblichiamo.
“Fra i tanti bubboni della sanità pubblica pugliese targata Emiliano, c’è il caso dell’ospedale Sarcone di Terlizzi. Secondo il Piano di riordino della rete ospedaliera regionale approvato a marzo 2016, lo stabilimento era stato destinato alla riconversione, con una vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie’. Tutto questo nel solco dell’annunciato – e mai realizzato – ‘potenziamento della medicina del territorio’. Di fatto, il Sarcone è stato pesantemente ridimensionato, con il dimezzamento dei posti letto ed una progressiva precarizzazione dei servizi sanitari”. A denunciarlo è Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia.
“Quel che è più grave – aggiunge – è l’incredibile cifra di 13 milioni di euro spesa negli ultimi quindici anni per tenere in vita il Sarcone, alimentando le speranze dei terlizzesi sulla sopravvivenza dell’ospedale cittadino. Nel dettaglio, questi gli interventi più onerosi: 500mila euro nel 2009 per la Medicina fetale; 450mila euro nel 2009 per la Medicina di osservazione; 2,4 milioni nel 2009 per sale operatorie al secondo piano; 4,2 milioni per il blocco operatorio di Ostetricia nel 2007, a reparto già chiuso; 800mila euro per Oculistica nel 2012; 500mila euro per Radiologia nel 2010; 800mila euro per Csm, centro trasfusionale, magazzini e archivi nel 2010; 150mila per l’ex guardia medica nel 2010; 900mila euro per il laboratorio analisi nel 2011; 1,3 milioni per adeguare il pronto soccorso nel 2014; 150mila euro per il Cup nel 2017”.
“Il caso del Sarcone – sottolinea Damascelli – s’incastra poi nella nebulosa vicenda dell’Ospedale Unico di primo livello del Nord Barese promesso dal governatore-assessore alla Sanità Emiliano. I consigli comunali di Terlizzi e di Ruvo, rispettivamente nelle sedute del 28 giugno e del 12 luglio scorsi, hanno sottoscritto un documento per sollecitare il presidente della Giunta regionale a costituire al più presto la commissione tecnico scientifica che ha il compito di designare la sede dell’ospedale unico di primo del Nord Barese, scegliendo fra i presidi di Terlizzi, Corato e Molfetta. Ma nonostante i reiterati impegni assunti, Emiliano fa orecchio da mercante, troppo preso dalle beghe politiche della sua maggioranza e del suo partito per rispondere alla legittime richieste dei cittadini, che invocano il rispetto delle sue promesse da marinaio. Che fine ha fatto la Carta di Ruvo firmata da Emiliano, ad ottobre 2016, alla presenza di tantissimi operatori sanitari, amministratori comunali e cittadini? Ancora una volta la nostra comunità viene mortificata dalle mancate risposte del Governo pugliese”.
“Lo ribadiamo e non ci stancheremo mai di ripeterlo: la gestione della sanità pugliese, che assorbe quasi il 90% delle risorse regionali, non può essere lasciata in balìa delle onde, senza una seria programmazione ed un’azione quotidiana di ascolto dei territori e dei bisogni di salute dei cittadini. Pretendiamo che vengano almeno garantiti – conclude il consigliere azzurro – i presidi di assistenza territoriale efficienti, così come Emiliano continua ad annunciare da tre anni”.