Ancora poche ore, e quel che ormai era diventato un segreto di Pulcinella potrebbe, finalmente, essere reso pubblico. A meno di eventuali colpi di scena, il sindaco Michele Abbaticchio stamattina dovrebbe annunciare la propria candidatura alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, in programma domenica 26 maggio.
Quest’oggi, infatti, ci sarà anche lui, in quanto vicecoordinatore nazionale di “Italia in Comune” assieme agli altri vertici nazionali del partito, Alessio Pascucci e Federico Pizzarotti, rispettivamente coordinatore e presidente, e Serse Soverini, onorevole della Repubblica in quota al partito, alla Conferenza congiunta di +Europa e Italia in Comune sulle elezioni europee, e che si svolgerà nella sede di +Europa.
All’evento parteciperanno la senatrice Emma Bonino, il segretario Benedetto Della Vedova, i deputati di +Europa Bruno Tabacci, Alessandro Fusacchia, Riccardo Magi.
La corsa del nostro primo cittadino, in realtà, è già nota da almeno un paio di mesi, nonostante le smentite – neanche tanto nette, a dir la verità – dello stesso diretto interessato. Decisivo, a riguardo, sarebbe stato (anche) l’incontro di ieri l’altro proprio a Bitonto in cui Italia in Comune ha rinnovato le cariche regionali e sono state sciolte tutte le (poche) riserve del caso e da più parti avrebbero inchiesto un suo impegno diretto. E vertice nel quale – è soltanto un caso? – il primo cittadino ha lasciato la carica di coordinatore regionale del partito, che aveva ereditato a novembre.
Ricordiamo che serve arrivare al quattro per cento per poter accomodarsi a Bruxelles, come è bene chiarire subito un altro aspetto. In base alla legge elettorale italiana ad hoc in vigore dal 1979 ma più volte modificata (vedi, a riguardo, la legge n° 90 del 2004, articolo 6), un sindaco di una città con oltre 15mila abitanti sarebbe incompatibile con la carica di eurodeputato.
Altrimenti, detto, quindi, se riuscisse a essere eletto, Michele Abbaticchio dovrebbe lasciare la carica di sindaco. Dovrebbe, perché, “nell’ipotesi in cui il neo-parlamentare europeo sia titolare di una carica nazionale ricompresa nell’elenco di cui all’art. 6 della legge n. 18 del 1979 è, come si accennato, previsto un apposito procedimento diretto appunto a consentirgli di scegliere, entro 30 giorni dalla proclamazione, per quale carica optare, e, ove il termine decorra inutilmente, a vederne dichiarata la decadenza da parlamentare europeo”.
Lui, però, il diretto interessato, sarebbe ancora assillato dai dubbi: “Non so, sono combattuto. Se mi candidassi io e accadesse un miracolo politico (perché è difficilissimo riuscire) un bitontino torna in un posto dove si potrebbero dirottare finanziamenti europei inimmaginabili (e io, avendo lavorato a Bruxelles per due anni in materia, saprei sufficientemente cosa fare). Ma resto combattuto, lunedì me lo hanno chiesto tutti in assemblea”.
Verità o pretattica?