La
proposta sarà stata anche provocatoria ma non completamente
peregrina. La firma è del consigliere Domenico Damascelli che,
davanti a una scena non proprio edificante (i banchi quasi vuoti
della giunta), ha in testa una cosa molto chiara. Modificare
l’articolo 23 del Regolamento del Consiglio comunale, quello che
riguarda gli assessori. Attualmente dice: «L’assessore
partecipa alle sedute del Consiglio comunale con funzioni di relatore
e diritto di intervento, ma senza diritto di voto. La sua presenza in
Consiglio non è computata ai fini della determinazione del numero
legale e della maggioranza per l’esito delle votazioni».
Il
capogruppo forzista vorrebbe “imporre” (ribadire, dice lui) il
dovere di presenza agli assessori aggiungendo qualche parolina alla
prima parte dell’articolo, e inserire un comma che preveda il
decurtamento di 100 euro dal loro stipendio ogni qualvolta si
dovessero assentare.
Gli
assessori – è il pensiero dell’ex vicesindaco – devono
rispondere alle domande dei consiglieri e occuparsi dei problemi
della città. Ergo, non potrebbero (dovrebbero?) essere assenti in
aula quando si trattano interrogazioni e interpellanze.
Ieri,
però, è successo proprio questo. Il primo punto all’ordine del
giorno del Consiglio comunale prevedeva, appunto, interrogazioni e
interpellanze.
A inizio seduta, e per
almeno un paio d’ore, i banchi degli assessori erano vuoti. Ad
adempiere al loro dovere soltanto il sindaco Michele Abbaticchio, il
vicesindaco Rosa Calò e l’assessore all’Ambiente Domenico
Incantalupo.
Gli altri – tra
giustificazioni, impegni istituzionali e ritardi – erano altrove, e
sono arrivati quasi tutti alla spicciolata.
Sembrava di essere a
una gara di ciclismo, con il capitano della squadra lasciato solo o
giù di lì dai suoi compagni/gregari prima di una salita
impegnativa, quelle che chiamano di 1°categoria.
Per carità – anche
grazie alla caparbietà, al senso istituzionale e alla pazienza dei
tre sopracitati, le interrogazioni sono andate (quasi) tutte a buon
fine.
Ma ormai contava
relativamente, perché la magra figura si era già consumata.
Sarà davvero l’ultima?
E la città merita
davvero tutto questo?