La XIII legislatura, formatasi alle consultazioni politiche del 1996, durò cinque anni, ma, lungi dall’essere caratterizzata da governi stabili, vide susseguirsi ben quattro esecutivi di centrosinistra: Prodi I, D’Alema I, D’Alema II, Amato II. Un’instabilità causata da diversi contrasti fra le aree più moderate dell’Ulivo e Rifondazione Comunista. Nel centrodestra invece, Silvio Berlusconi aveva intanto fondato la Casa delle Libertà, coalizione che riproponeva la formazione delle elezioni del 1994 e che riaccoglieva la Lega Nord al suo interno, dopo la rottura del 1995. Oltre ad essa, Alleanza Nazionale e Centro Cristiano Democratico, già presenti in coalizione, Partito Socialista – Nuovo Psi e Pri, nuovi aggiunti.
Oltre alle due principali coalizioni, Rifondazione Comunista strinse con l’Ulivo una sorta di patto di non belligeranza, in base al quale il PRC non si sarebbe presentato nella quota maggioritaria della Camera dei Deputati, candidando i suoi esponenti solamente al proporzionale.
«Intendiamo incidere fattivamente nella crisi dell’Ulivo, convinti come siamo che solo con l’affermazione di una linea di sinistra si possono battere le destre. La nostra scelta è ispirata alla volontà di rimanere fuori dei due poli e di marcare così la necessità di una nostra autonoma presenza a livello politico e istituzionale» disse Fausto Bertinotti, motivando le ragioni della scelta del suo partito.
L’Italia dei Valori di Antonio di Pietro decise di correre in autonomia. Stessa scelta anche per Democrazia Europea, rappresentata da Sergio D’Antoni, e Lista Emma Bonino.
Le elezioni si svolsero il 13 maggio, si tennero secondo quanto previsto dalla legge elettorale Mattarella e videro la vittoria della Casa della Libertà e la formazione del secondo governo Berlusconi (dopo il primo del 1994), che durò fino al 2005, battendo il precedente record di durata del governo Craxi I. Dopo la sconfitta alle elezioni regionali del 2005, Berlusconi si dimise e fu incaricato di formare un nuovo esecutivo (il Berlusconi III) che durò fino a fine legislatura (2006).
Alla Camera Forza Italia fu il partito più votato, raggiungendo il 29,43% dei voti, seguito dai Democratici di Sinistra con poco più della metà dei voti (16,57%). A seguire, Margherita (14,52%), Alleanza Nazionale (12,02%), Rifondazione Comunista (4,03%), Lega Nord (3,94%), Lista Di Pietro (3,89%), Ccd-Cdu (3,22%), Democrazia Europea (2,39%), Pannella-Bonino (2,24%), Il Girasole (Verdi e Sdi, 2,17%), Comunisti Italiani (1,67%), Nuovo Psi (0,95%), Fiamma Tricolore (0,39%) e altre liste.
Nella media i risultati bitontini con Forza Italia (31,27%), Democratici di Sinistra (16,71%), Alleanza Nazionale (14,59%), Margherita (14,48%), Lista Di Pietro (5,17%), Rifondazione Comunista (4,40%), Democrazia Europea (4,20%), Il Girasole (2,77%), Ccd-Cdu (1,81%), Fiamma Tricolore (1,21%), Comunisti Italiani (1,12%), Pannella-Bonino (1,05%), Nuovo Psi (0,98%), e altre liste.
Al Senato, vincente fu la Casa delle Libertà con il 42,53% dei voti, seguita dall’Ulivo (38,70%), Rifondazione Comunista (5,04%), Lista Di Pietro (3,37%), Democrazia Europea (3,15%), Pannella Bonino (2%), Fiamma Tricolore (1%).
A Bitonto la Casa delle Libertà conquistò il 44,99%, l’Ulivo il 40,65%, Democrazia Europea e Socialisti Autonomisti il 4,37%), Rifondazione Comunista il 3,55%, Lista Di Pietro il 3,34%, Fiamma Tricolore l’1,73%, Pannella Bonino l’1%.
Tra i bitontini, alla Camera fu rieletto Giuseppe Rossiello (Democratici di Sinistra) mentre al Senato andò il già deputato Giuseppe Degennaro (Forza Italia), rimanendo in carica fino al 2004, anno della morte.