L’area metropolitana della città di
Bari sta per prendere il via: ad ottobre 2014 sindaci e consiglieri di 41
Comuni saranno chiamati ad eleggere 18 consiglieri
metropolitani.
L’organismo verrà presieduto dal sindaco metropolitano
ossia dal sindaco di Bari e verrà affiancato dalla conferenza metropolitana composta dal sindaco metropolitano
e dai sindaci dei Comuni della città metropolitana. Il Consiglio si prenderà carico dei compiti della vecchia
provincia quali: pianificazione territoriale generale, organizzazione dei
servizi pubblici di ambito metropolitano, mobilità e viabilità, promozione e
coordinamento dello sviluppo economico e sociale, istituzione di sistemi di
informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano.
La Conferenza invece avrà il ruolo di tutelare lo
Statuto (il documento che stabilirà le norme fondamentali dell’organizzazione
dell’ente) che dovrà essere approvato entro il 31/12/2014.
Per eleggere i consiglieri, i vari
Comuni sono stati divisi in 9 fasce a seconda della grandezza della
città. A ogni città è attribuito un valore percentuale, calcolato sino alla
terza cifra decimale, del rapporto fra la popolazione di ciascuna fascia
demografica e la popolazione dell’intera città metropolitana o provincia, in
modo tale che nessuna fascia possa rappresentare più del 35% della popolazione
complessiva e che un solo Comune possa rappresentare oltre il 45% della
popolazione stessa. In parole povere più grande è la città, più pesante è il
voto dei suoi consiglieri (voto ponderato).
È detto ponderato quel voto che
proporzionalmente rispecchia la fascia demografica del Comune di appartenenza.
Il detto quindi rende davvero difficile avanzare previsioni su quanti
consiglieri potrà ottenere una singola città. In buona sostanza ogni voto non è
uguale all’altro, ma ha una valenza diversa. Di certo vi è che i 759 votanti
che si recheranno alle urne, sceglieranno il proprio candidato da liste
presentate dai vari partiti politici.
E qui entra in gioco la seconda
incognita: più le coalizioni si presenteranno frazionate e maggiormente saranno
indebolite in termini di voti. E’ per questo che nel centrosinistra si sta
facendo strada l’ipotesi di una coalizione comprendente Pd – Sel e Centro
Democratico.
Ma la complessità del meccanismo
elettorale paventa anche un altro rischio: che le piccole città facciano gioco
di squadra con un accordo tra di loro, imponendo così diversi candidati a
scapito di realtà cittadine più importanti come Bitonto, Molfetta etc…
Va da se che la lista unica per
schieramento è favorita, rispetto alle varie liste dello stesso polo.
Infatti, il sistema del voto
ponderato non offre alcuna certezza del risultato finale.
Del resto affinchè i quozienti
elettorali siano alti per l’aggiudicarne dei seggi, è necessario che ciascuna
lista raggiunga il maggior numero di voti.
In buona sostanza, i voti delle varie
liste andranno divisi per 1,2,3 e via dicendo, ottenendo tanti e diversi
quozienti e tra questi verranno scelti i più alti fino ad arrivare a 18.
Chiarito brevemente ed in teoria cosa
dice la legge, politicamente rimane da chiarire se la morale e la politica a
Bitonto siano mai state un connubio indissolubile. Si può bizantineggiare, quanto
si vuole, sui filosofi, sulle intelligenze e su “io l’avevo detto” ma rimane
pur sempre reale il salto della quaglia. Ed allora diciamola tutta la verità:
molti di noi fino a poco tempo fa hanno espresso senza pudore il loro pensiero
sulla contrarietà alla formazione della città metropolitana, non per intima convinzione
ma per opportunismo ossia per accontentare la pubblica opinione che aveva allora
bisogno di una tromba campanilistica.
Oggi che gli squilli si sono esauriti,
quelle stesse persone hanno dichiarato di aderire al progetto per ottenere forse
come si diceva un tempo “un posto al sole”. Resta quindi il solito dubbio
amletico: I giovani sono diventati vecchi oppure i vecchi sono diventati
giovani e comunque che fine ha fatto la morale a Bitonto?