La sede di Italia in Comune ha aperto sabato scorso i battenti a Bitonto, in Corso Vittorio Emanuele II al civico 31. Per l’occasione sono intervenuti Federico Pizzarotti, fondatore e presidente del nuovo soggetto politico, e Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri ed esponente, insieme a Michele Abbaticchio, referente regionale, e Vincenzo Gesualdo, coordinatore regionale.
«Ci fa piacere veder prendere forza questo progetto che è nato meno di un anno fa. Vederlo strutturarsi e radicarsi in un territorio. Ci fa piacere e ci rende orgogliosi. Fare un partito oggi non è affatto banale. È difficile e spesso ci chiedono se sia necessario. Se guardiamo il panorama politico di oggi, tra la Lega, i 5 stelle e il Partito Democratico che non ha più identità, ci rendiamo conto che c’era bisogno di un soggetto politico che voglia prendersi la responsabilità di dire cose anche impopolari ma giuste, mettere al centro la risoluzione dei problemi e non solo gli slogan di parte senza soluzioni per il Paese. Perché poi, come vediamo in questi giorni, gli slogan sono durati poco. Sono molto utili in campagna elettorale ma molto poco nel governare» è stato il commento di Pizzarotti, intervenuto per tagliare il nastro e per presiedere al congresso regionale che si è tenuto ieri ad Altamura.
Sulla stessa lunghezza d’onda Damiano Coletta, sindaco di Latina e vicepresidente nazionale: «Non vogliamo essere solo il partito dei sindaci. Sarebbe riduttivo. Abbiamo preso un percorso comune e crediamo in valori comuni. In questi ultimi mesi ci siamo trovati a fianco, in quanto Italia in Comune, ma anche prima, condividendo dei valori. Anche con le delibere in consiglio comunale, in cui ci siamo schierati a favore dei vaccini e abbiamo preso le distanze dal decreto sull’immigrazione. Cosa che a breve andremo a dire, come Italia in Comune, andremo a dire in Parlamento. Fondare un partito, proprio in questo momento, in cui c’è stata una deriva della politica, significa fare buona politica, che non parte dai selfie, dagli slogan, ma parte dai valori».
«In un momento storico in cui le sezioni chiudono, calano all’ultimo posto, dopo i giornalisti, le percentuali di fiducia nei partiti storici anche nelle città non riescono a tenere aperta una sezione o a fare una qualsiasi iniziativa, noi contro ogni tendenza nazionale ed europea apriamo una sezione fisica, un luogo dove la gente può venire a confrontarsi. Anche chi non la pensa come noi. E noi sindaci siamo tenuti a confrontarci» è invece il parere di Pascucci.
Michele Abbaticchio ha concluso la serie di interventi aggiungendo: «Di fronte ad un partito nuovo i calcoli vengono meno. Con partito si rischia, perché si parte tutti dallo stesso punto e dalla base. Non è un partito già preconfezionato perché non c’è gente da 40 anni attaccata alla poltrona. Si fa politica per entusiasmo».
E, rispondendo alle domande della stampa su come la nascita di Italia in Comune possa variare gli equilibri di Palazzo Gentile, il sindaco ha aggiunto: «Visto che quattro consiglieri hanno dichiarato di essere confluiti con Maurodinoia (Sud al Centro, ndr) e viste alcune adesioni, potrei chiedere alla maggioranza di riconsiderare le posizioni per l’eventuale costituzione di nuovi gruppi consiliari. Ma fino a che non verranno da loro le richieste, per me va bene così, anche perché sarebbe preferibile che in consiglio rimangano le liste che hanno eletto i cittadini».