Nel
numero di marzo dello storico mensile del “da BITONTO”, in edicola da circa due
settimane, nella sezione riservata alla politica, potete leggere una lunga intervista
a pagina 5 all’ex senatore Giovanni Procacci,
a pochi giorni di distanza dalla sua nomina da parte del neosegretario
regionale del Partito Democratico, Michele Emiliano, a portavoce e coordinatore
della segreteria e responsabile di Circoli, di Scuola ed Università.
Tanti
i temi affrontati, tra il PD a livello nazionale, regionale e locale. Di
seguito riportiamo alcuni stralci della lunga intervista che potete leggere
integralmente sulle pagine del periodico del “da Bitonto”.
Procacci
è stato sin dal primo momento grande sostenitore di Matteo Renzi, l’ex sindaco di Firenze diventato prima segretario
nazionale del PD ed ora Presidente del Consiglio. E proprio da premier, Renzi
ha subito lavorato per la modifica della riforma elettorale.
«Ho
appoggiato Matteo Renzi perché ho
visto in lui una persona fresca, nuova, estranea al sistema, l’unico capace di
rompere un mondo che vive di privilegi ormai consolidati. Il giudizio sul Governo
è positivo, sa cosa vuole, è determinato nel dare indirizzi chiari alla
burocrazia, altra realtà depositaria di privilegi. La politica deve tornare a decidere
perché è essa che deve rispondere al Paese, la burocrazia deve solo eseguire».
E sulla legge
elettorale, «ritengo quello delle “preferenze” sia il sistema più giusto
e democratico ma con quel sistema spesso non vengono eletti i migliori. A noi
interessa un sistema elettorale che consenta di selezionare la migliore classe
dirigente possibile. Il sistema che mi sembra più idoneo è quello dei collegi uninominali, che avevamo con la
vecchia legge, il Mattarellum. La cosa più straordinaria oggi è il doppio turno, così il Paese uscirà
dall’empasse e si passerà da un sistema tripolare ad una maggioranza chiara. La rappresentanza deve sacrificarsi
rispetto al principio della governabilità, se un partito supera il 4,5% è
giusto che venga rappresentato, altrimenti se ne terrà conto solo nella
formazione del governo».
Passando
al PD pugliese, come ricordato in precedenza, Procacci ha assunto un ruolo
primario e strategico all’interno di una segreteria che guarda al futuro, sia
del partito sia anche di quelle che saranno le prossime tornate elettorali: l’anno prossimo si tornerà alle urne per
rinnovare il consiglio regionale. Il neosegretario democratico ed attuale
sindaco di Bari, Michele Emiliano, è
tra i favoriti per succedere a Nichi Vendola alla presidenza della Regione
Puglia.
«Vogliamo creare un rapporto con
associazioni e liste civiche. Vogliamo aprire il PD a queste liste e
movimenti, che non vogliamo assorbire ma alle quali proponiamo un patto
federativo: consentire loro di avere nei circoli locali e regionali dei
rappresentanti, senza diritto di voto ma con diritto di tribuna, di ordine del
giorno e di poter concorrere a primarie e candidature. La vocazione del PD è
quella di essere un’“agorà del
centrosinistra”», annuncia Procacci che su Emiliano
aggiunge: «Se ci saranno candidati faremo
le primarie di coalizione, ma Michele
Emiliano sarà il candidato del PD. Conta soprattutto la coalizione del
centrosinistra, più una grande rappresentanza della società civile. L’obiettivo
è far emergere il programma dal basso, dai circoli».
Sul
PD locale, positivo il giudizio sull’operato del segretario Biagio Vaccaro e su come si sta
muovendo il partito, vista «l’apertura
del segretario nell’affidare la Presidenza ad una figura, Raffaele Picciotti, proposta dalla minoranza».
Sul futuro del centrosinistra
bitontino, invece, per Procacci «quello del forum è stato un tentativo un po’ maldestro ed improvvisato di
riprendere un dialogo che invece va sviluppato in termini più pensati e
lungimiranti. Chi appartiene autenticamente al centrosinistra bitontino deve
porsi il problema di ricomporlo. Alle regionali e alle politiche andremo
insieme al voto, pertanto bisogna ripensare tutto, sedersi attorno ad un tavolo
e capire se ci sono obiettivi comuni e persone condivise. Il PD non sbraita per
cambiare le cose, ma vive serenamente la responsabilità di essere la maggiore
forza chiamata ad unire il centrosinistra»