“Non se ne può veramente più! Basta!” è questo l’urlo di dolore – condiviso anche dalla collega di partito Carmela Rossiello – che il consigliere di Forza Italia Domenico Damascelli ieri
ha fatto esplodere sulla sua bacheca di Facebook riferendosi ai fatti criminosi
di questi giorni.
«Se è vero
che viviamo in una città straordinaria per l’intraprendenza della sua gente,
per le radici della sua storia, per le brillanti capacità ed iniziative della
sua gioventù, per l’orgoglio di sentirsi appartenente ad una comunità che vanta
cittadini che, in ogni settore, spiccano il volo portando all’esterno il nome
della propria città e onorando così ognuno di noi, è
altrettanto vero che il nostro territorio è invivibile a causa di continui
eventi criminali intollerabili».
Lamenta, poi, l’assenza dei vertici
cittadini dinanzi agli eventi: «Sappiamo
che le competenze sono ministeriali, ma invece di partecipare per giorni e
giorni, continuativamente, a convegni in altre regioni d’Italia, che presentano
statistiche di amministratori “sotto tiro”, non sarebbe molto più
proficuo andare a “battere i pugni” sulla scrivania del ministero
competente?».
Chiaro il riferimento al sindaco Michele Abbaticchio che nei giorni
passati è stato protagonista di un intervista su uno speciale del quotidiano “La
Repubblica” e definito “uno dei sindaci più pesantemente minacciati nel 2013”.
Il consigliere, così, porta alla luce
alcuni timori dei cittadini: «Qui
“sotto tiro” sono i cittadini onesti, che hanno, giustamente, persino
timore di passeggiare per il loro quartiere.Anche se i compiti e
le funzioni non sono di natura strettamente locale, la Civica
Amministrazione deve assolutamente farsi portavoce del grido di dolore dei suoi
cittadini».
Damascelli rende merito alle
forze di polizia che, però, nonostante ci mettano serio impegno risultano «numericamente
insufficienti ad affrontare tali situazioni ed è assurdo che non si faccia
scorrere la graduatoria degli idonei all’ultimo concorso della Polizia.Servono misure
serie e determinate. Servono rinforzi, la gente li pretende. Ma se non è la
politica locale a chiederli, chi deve farlo?».
Il rischio è quello di generalizzare: «Non ci si dica che la nostra
è una città come tante altre, perché è proprio questo modo di pensare che ha
determinato, negli anni, tale situazione. Lassismo e indifferenza sono grandi
alleati della malavita».
L’antidoto, per il consigliere, pare
risiedere nello stringere la città nella morsa delle forze dell’ordine. «I cittadini hanno il sacrosanto diritto di
sentirsi liberi e di poter vivere la propria città. È indispensabile che ognuno di noi faccia
responsabilmente la sua parte e che la città resti unita. Le istituzioni tutte,
politiche, ecclesiastiche e scolastiche; l’associazionismo, culturale, sportivo
e di ogni settore, le categorie produttive ed economiche; le forze sociali. Insomma, tutti coesi nel
difendere la nostra Terra».