«La
gestione del tributo Tares da parte dell’amministrazione comunale non è
assolutamente all’altezza, perché ancora oggi c’è ancora il 30% di risposte da
dare ai cittadini».
In
attesa di dare oggi battaglia in Consiglio comunale, il consigliere Paolo Intininon lesina attacchi e forti perplessità sul rendiconto di gestione 2013.
Come
già anticipato poco più di una settimana fa (http://www.dabitonto.com/politica/r/rendiconto-di-gestione-2013-il-pd-e-pronto-a-dar-battaglia-troppi-lati-oscuri/3455.htm), l’ultimo
arrivato in casa Partito democratico vede troppi punti poco chiari per un
bilancio di gestione approvato soltanto a dicembre 2013.
Innanzitutto, secondo
l’ex candidato sindaco, andando a spulciare la voce relativa alle “entrate”,
queste sarebbero maggiori di oltre 755 mila euro. «Significa che la
copertura sulla Tares va ben oltre il 100%, e quindi i cittadini hanno pagato
di più rispetto a quello che avrebbero dovuto», arringa Intini.
Che poi
lamenta anche il fatto che in Consiglio comunale non arrivino i prelievi che
vengono fatti dal fondo di riserva.
Qualcosa
non quadra – sempre secondo il professore – anche quando si parla di residui.
Ci sarebbero, infatti, alcuni debiti segnalati di dubbia esigibilità
riguardanti la Tarsu 2003, 2007, 2008 per circa 1 milione e 500 mila euro. «Perché
sono diventati di dubbia esigibilità? Cosa intende fare il Comune per riscattare
questi debiti?», si interroga l’esponente democratico, che poi invita il
dirigente del settore finanziario Andrea Foti ad avviare fin da subito la
“pulizia dei residui”, che diventerà obbligatoria nel 2015.
E,
sul problema dei residui, una bacchettata all’ammistrazione arriva anche dal
Collegio dei revisori dei conti che, nella sua relazione al rendiconto di
gestione, scrivono che «il monte dei
residui attivi e passivi è ancora alto, e dobbiamo constatare che c’è
ancora una incompleta attuazione dei meccanismi correttivi per rendere efficare
la fase di riscossione. Si invita allora l’amministrazione ad attivare una
serie e strutturata azione tesa, già nell’immediato, a ridurre l’importo del
monte residui attivi».
Le
perplessità di Intini, comunque, si fanno pesanti quando analizza il rapporto
tra somma di spesa prevista e somma poi effettivamente impegnata.
Sul titolo II
(quello riguardante gli investimenti), per esempio, il consigliere fa notare
che degli oltre 30 milioni di euro di spesa previsti a dicembre, ne sono stati
impegnati poco più di 3 milioni, soltanto l’8,14%.
Ma non è l’unico caso
“particolare”, perché sono stati spesi soltanto 200 mila euro a fronte dei 600
mila impegnati per il Personale, e parallelamente c’è un elevatissimo avanzo di
amministrazione, pari a circa 2 milioni e 400 mila euro, altissimo rispetto a
quello del 2012 targato Valla – Commissario Prefettizio – Abbaticchio. «Per
non parlare poi – prosegue l’ex assessore al Bilancio nella prima giunta
Pice – delle minori entrate rispetto a quelle previste sulla imposta di
pubblicità, sulle pubbliche affissioni e sul gettito arretrato, mentre invece
c’è una maggiore entrata del 10% per quanto riguarda la Tares».
L’affondo
finale di Intini, poi, riguarda il recupero dell’evasione fiscale, perché – a
suo dire – l’amministrazione avrebbe riscosso soltanto una piccolissima
parte rispetto ai 900 mila euro
previsti.