La prima puntata del forum del centrosinistra di sabato scorso è stata l’occasione per tastare lo stato di salute delle forze (più o meno) rosse della città. Ma questo tentativo di ricompattare quello che ne rimane dell’ei fu centrosinistra bitontino ha lanciato la palla al balzo per capire lo stato dell’arte dell’opposizione cittadina, dopo un anno di amministrazione Abbaticchio.
Ebbene, le forze “avverse” al primo cittadino non se la passano bene. Sono tutte malate. Chi più, chi meno. C’è chi poi lo mostra senza infingimenti, c’è chi, invece, tenta di nasconderlo, non cambiando la sostanza.
Il Partito democratico, la principale forza numerica di opposizione, è il classico esempio del “vorrei ma non posso”.
Da corso Vittorio Emanuele, sembra essere in atto una doppia opposizione: quella sterile, poco incisiva e alquanto piatta dei consiglieri comunali. Chi se lo ricorda, per esempio, un Franco Natilla così abulico nelle assise comunali? Il capogruppo Francesco Paolo Ricci, poi, pare aver voglia di fare qualcosa, ma sembra non crederci più di tanto. Il partito, invece, fuori, è l’unico che crea grattacapi al primo cittadino. Prova ad incalzarlo. A farsi sentire. A dare presenza di vitalità in città. Ma è evidente che ha problemi intestini e nazionali non facilmente risolvibili. Lo ha certificato anche il segretario cittadino, Biagio Vaccaro proprio nel forum. In casa Popolo della libertà, invece, vale il discorso contrario. Attivi i due consiglieri comunali presenti, con Carmela Rossiello scatenata quando si parla di scuola e di cultura, e Domenico Damascelli pungente come ai tempi dell’opposizione a Nicola Pice (2003 – 2008).
Efficaci, per esempio, le sortite dell’ex vicesindaco sui costi di irrigazione dei campi, sul trasporto scolastico, e sulla pubblica illuminazione.
I pidiellini, però, non sono molto presenti fuori dalle stanze del potere.
La base ha espresso finora poche posizioni sui problemi della città, minime le proposte per combatterli. Anche qui, d’altronde, non se la passano per niente bene: commissariamento da oltre un anno (a proposito, che direzione politica ha dato al partito il commissario?) e fibrillazioni continue dai palazzi romani. Si torna davvero a Forza Italia? E che dire poi, del “personaggio in cerca d’autore” Vito Labianca, in forza ad Alleanza di Centro (Adc)? Non pervenuto. Incredibile il suo silenzio sulla polemica di qualche settimana fa Pice – Abbaticchio sulla paternità dei lavori pubblici in città. Era o non era assessore ai Lavori Pubblici dell’amministrazione Valla? I work in progress fatti con la stampa erano allora opere piene di vento? Quello che dicono di aver fatto in quattro anni di esecutivo è scomparso? In attesa che Labianca batta un colpo, non è reato aspettarsi più vitalità ed incisività da Christian Farella e Francesco Toscano, anche se il primo con tutta probabilità cercherà una nuova collocazione. Paolo Intini, forse, è quello più focoso e più pungente, soprattutto sulle question economiche. Assordante la sua battaglia sull’Imu, e maniacale anche l’attenzione sui punti oscuri e nascosti dei provvedimenti consiliari. Da scintille le sue battaglie contro gli assessori Daucelli e Nacci. Da solo, però, non riesce a fare granché. E, forse, dovrebbe rendere più costruttiva la sua azione.
Si può fare di più, recitava una vecchia canzone. La città, che ha dato tanto ai partiti di cui sopra (soprattutto Partito democratico) adesso vuole avere qualcosa in cambio. Lo dice anche Michelangelo Bratta, guarda caso piddino: «Il ruolo del consigliere di opposizione è altrettanto importante come quello di maggioranza. Chi siede in Consiglio comunale come componente del gruppo di minoranza ha il compito di vigilare sull’operato di chi amministra, di dare suggerimenti e anche aiuti, se necessario, nell’interesse della collettività.
E ciò comporta un grande impegno. Certo, il sistema elettorale svuota il vostro ruolo di un vero e proprio potere decisionale, limitandone di molto anche l’incisività. Ciò però non può giustificare un atteggiamento di passività».