«Dopo giorni di calura, si sono verificati disagi sia per gli operatori, sia per gli utenti del presidio territoriale di assistenza. Nonostante le riparazioni che ci sono state nel tempo, persistono ancora disagi legati al sistema di refrigerazione e di riscaldamento».
Inizia così, da parte del consigliere di opposizione Franco Scauro (Bitonto Riformista) la lunga disamina dei problemi dell’ex ospedale cittadino, fatta nella seduta consiliare di ieri, prima della discussione sugli ordini del giorno. Problemi aggravati, per il consigliere socialista, dalla pandemia, che «ha steso un velo pietoso sulle manchevolezze, sulle nefandezze che negli anni hanno colpito la struttura sanitaria».
«Continuiamo a sopportare disagi che inevitabilmente si riverberano sugli utenti. Non da ultimo le varie carenze delle nostre attrezzature che penalizzano il lavoro delicato che svolgiamo» continua ancora Scauro, sottolineando alcune delle problematiche, a cominciare da quelle che riguardano il suo ambulatorio: «Manca una lampada scialitica, fondamentale per vedere le lesioni dei pazienti, per capire come togliere dei punti. Alcune volte si è costretti ad usare le torce dei nostri telefoni cellulari».
Situazioni che il medico e consigliere non esita a definire aberranti: «Abbiamo strumenti che sono vecchi di trenta anni. C’è un’intera ala senza aria condizionata. Se oggi si rompe qualcosa non si riesce più ad aggiustarla. Alcuni ambulatori sono chiusi da quasi un anno, dopo la rottura di alcune tubature della fogna. Riabilitazione è ormai in spazi stretti. Neuropsichiatria infantile è in condizioni non consone».
Dunque, la richiesta di Scauro mira a fare in modo che si ritorni sulla strada di riconversione intrapresa ma poi interrotta: «Nel corso degli anni ci eravamo impegnati a portare avanti un progetto di ristrutturazione del presidio, di cui, ad oggi, non c’è più traccia. Siamo allo sbando e Bitonto non merita questo. Chiedo al sindaco un impegno assoluto per fare in modo che quel che si era concordato negli anni scorsi venga realizzato. Anche perché l’ultima pandemia ha messo in evidenza i disagi che l’assenza di sanità di prossimità comporta. Se non si interviene su quella riconversione iniziata tanti anni fa e mai completata, rimarremo per lungo tempo con un’opera incompiuta».
«Nel caso, una delegazione del consiglio comunale incontri il direttore generale per capire che fine hanno fatto i 5 milioni e 500mila € che dovevano essere utilizzati per gli interventi sul presidio sanitario» continua Scauro, evidenziando come ciò sia necessario anche in vista delle risorse che arriveranno dal Recovery Fund: «Vogliamo essere partecipi di iniziative bipartisan? Parliamo di un servizio che la città non può perdere. Già tanti servizi fondamentali sono andati via».
Appelli, quelli del consigliere di minoranza, a cui risponde direttamente il sindaco Michele Abbaticchio, annunciando di aver recentemente incontrato il direttore generale della Asl Bari Antonio Sanguedolce e di aver preso parte a numerosi colloqui con Rosella Squicciarini, direttrice del Distretto Socio-Sanitario 3: «Abbiamo proposto, per neuropsichiatria infantile, una nuova sede fisica compatibile con la normativa, che l’autorità sanitaria dovrà identificare. Ma, al netto di ciò, colpisce il ritardo sull’utilizzo delle risorse. Ritardo che caratterizza tutte le strutture burocratiche che si occupano di lavori pubblici, a tutti i livelli».
«Da parte di direzione distrettuale e direzione generale ci sono pareri tecnici divergenti sul completamento degli interventi previsti dal protocollo di intesa» aggiunge il primo cittadino, invitando Scauro e il personale sanitario a predisporre una relazione da confrontare con l’aggiornamento richiesto alla Regione Puglia, in modo da agire nel modo più consono «qualora dalla relazione della direzione generale emergano cose non vere».