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Fer.Live rinuncia all’azione d’urgenza nell’ambito del ricorso al Tar contro
Provincia di Bari e Comune di Bitonto. L’azienda, che vorrebbe realizzare una
discarica di materiali ferrosi in Contrada Colaianni, avrebbe riconosciuto
l’assenza di presupposti per la procedura d’urgenza.
La notizia è arrivata
questa mattina dalla sede del Tribunale Amministrativo Regionale di Bari, dove
si sarebbe dovuta svolgere l’udienza per il ricorso presentato dall’azienda
dopo il parere negativo dato da Provincia e Comune.
La partita, comunque, non è ancora chiusa. Il braccio di ferro continua. Ma nel
frattempo si mostrano soddisfatte quelle forze politiche che più di altre si
sono mostrate sensibili alla questione, a cominciare da Partito Socialista e da
Italia dei Valori, i cui rappresentanti questa mattina erano a Bari, in Piazza
Massari, di fronte al Tribunale per manifestare il proprio dissenso
all’installazione della discarica.
“Siamo soddisfatti perché, anche con l’aiuto della stampa, siamo riusciti a
mettere al corrente la cittadinanza del pericolo ambientale” ha commentato il
consigliere del Psi Francesco Mundo, presente alla manifestazione insieme
all’assessore Franco Scauro, al consigliere dell’Idv Giuseppe Fioriello e ad un
piccolo numero di manifestanti. “No alla discarica. Bitonto ha già dato” è stato lo slogan dei manifestanti, con
riferimento alle altre discariche inquinanti già presenti nel territorio di
Bitonto.
“Non è giusto che i profitti siano solo a
vantaggio di pochi, mentre le conseguenze le debbano pagare tutti i cittadini.
Esattamente come è successo per la discarica abusiva in Contrada Balice, che ci
costerà milioni di euro per la bonifica” commenta Mundo, che sottolinea i
pericoli derivanti dalla presenza di un sito per rifiuti tossici in una “zona di labilità idrogeologica, a ridosso
della Lama Balice, interessata da fenomeni di carsismo”.
“Come se non bastasse – aggiunge – sono stati anche distrutti alcuni trulli e
palmenti, come il Palmento De Michele, che rappresentavano preziose
testimonianze della passata civiltà contadina bitontina”.
“Siamo qui in veste di cittadini, senza
bandiere – ribadiscono i presenti – E’
una questione che riguarda tutti i cittadini di Bitonto e dei paesi limitrofi”.
Dure le accuse di Mundo e Fioriello verso chi, in Provincia e in Comune, in un
primo momento, aveva dato parere positivo: “Una
decisione gravissima che ha dato modo all’azienda di ricorrere al Tar, con il
rischio che quest’ultimo le dia ragione. Un parere emesso con una grave
approssimazione. I funzionari hanno l’obbligo di valutare per bene per
prevenire rischi per l’ambiente e per la nostra salute”.