È ancora l’affaire Cerin a tenere banco nella dialettica
politica cittadina, soprattutto nel contenzioso con il Comune per una cifra
superiore ai 5 milioni di euro.
Contenzioso che poteva risolversi qualche mese
fa, quando l’azienda di riscossione tributi aveva presentato una specie di
transazione a Palazzo Gentile per chiudere anticipatamente la questione.
Ma
Palazzo Gentile ha detto no.
Il consigliere Paolo Intini, che aveva già
sollevato la questione del contenzioso un paio di mesi fa, commenta negativamente
la scelta dell’amministrazione, soprattutto perchè non condivisa con l’intero
Consiglio comunale. Che, a quanto pare,
sarebbe a conoscenza del valore della transazione.
«Ritengo che ridurre
all’ipse dixit della “non percorribilità” e/o alla evidente personalizzata
indicazione della impercorribilità della risoluzione bonaria del contenzioso
pendente sia inopportuno», scrive l’ex candidato sindaco in una missiva
inviata all’assessore al Bilancio Michele Daucelli.
«Le ragioni di questa
immotivata impercorribilità sarebbero indicate nell’intervento e/o
interessamento sulla vicenda dell’autorità giudiziaria e della stessa Corte dei
conti», prosegue il consigliere. Secondo cui «generica ed aleatoria,
oltre che estremamente pericolosa per questa amministrazione comunale appare
l’avventurosa, affrettata, sentenziata impercorribilità».
«Senza entrare nel merito – prosegue Intini rivolgendosi a Daucelli – poiché ipse dixit
circa l’impercorribilità della transazione bonaria della vicenda, Lei se ne
farà carico circa la responsabilità politica, personale e patrimoniale, nei
confronti di questa amministrazione, per aver arbitrariamente stabilito
l’impercorribilità nella definizione bonaria della vicenda. Invece, appare del
tutto evidente, come Lei, assessore al Bilancio, o chi per lei abbia valutato
la convenienza economica o meno della ancora sconosciuta proposta transattiva,
resterà l’unico soggetto responsabile circa il danno erariale procurato».
L’ex assessore al Bilancio, allora, dopo aver ribadito il suo
dissociarsi da un eventuale esito negativo per l’amministrazione comunale,
torna a chiedere all’assessore di Sel «di rendere pubblica la proposta
transattiva formulata dalla Cerin, affinchè questo Consiglio ne prenda
cognizione».
Il Consiglio comunale può soltanto prenderne atto e
cognizione, poichè la proposta di transazione non ha più valore perchè passati
più di trenta giorni dal suo arrivo.