Il movimento Sud al Centro rinascerà, nonostante le vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto per una presunta compravendita di voti. Lo ha annunciato uno dei suoi esponenti di punta, Vito Antonio Labianca, eletto con la lista Città Insieme, nella seduta di insediamento del Consiglio metropolitano di Bari che ha riunito i 18 rappresentanti dei territori eletti il 6 ottobre scorso tra i sindaci e i consiglieri dei 41 Comuni del Barese (14 di centrosinistra, suddivisi tra gli otto della lista In Circolo e sei di Città Insieme, e quattro di Centrodestra Metropolitana). Ed è questo l’elemento politico di maggiore rilevanza emerso nella prima seduta dell’assemblea.
«Preannuncio che a breve tutti gli amministratori e consiglieri che hanno contribuito a Sud al Centro daranno vita di nuovo al movimento, senza paura e a testa alta, sulla base dei principi e valori che ci hanno ispirato» ha esordito Labianca nel suo intervento dopo la convalida degli eletti, non lesinando «un saluto e ringraziamento ad Anita Maurodinoia (l’ex assessore regionale dimessasi dopo la bufera giudiziaria che ha coinvolto il marito, Sandro Cataldo, fondatore di Sud al Centro, ndr) per il sostegno e l’affetto mostrato in ogni circostanza». Poi il consigliere bitontino ha risposto alle accuse di trasformismo politico. «Questa parola ha aggiunto – circola nelle stanze del potere, sui giornali e nelle piazze come se cambiamento significasse tradimento. Le visioni politiche devono sapersi confrontare con un mondo che cambia. Le accuse di trasformismo sono paura del cambiamento, noi restiamo fedeli agli interessi concreti delle persone. A chi ci accusa di trasformismo rispondiamo con i fatti, mostriamo impegno costante, non abbandoniamo i nostri ideali, non temiamo giudizi. Restiamo saldi su ciò che conta, costruire un futuro migliore per tutti». Un tema, quello del trasformismo politico, sul quale il sindaco metropolitano di Bari, Vito Leccese, era tornato di recente intervenendo all’assemblea generale dell’associazione La Giusta Causa di Michele Laforgia. «C’è civismo e civismo aveva detto in quella occasione Leccese a me non piace il civismo quando questo termine fa rima con trasformismo, con opportunismo», esaltando quello della Giusta Causa e invitando ad «avere il coraggio di denunciare ed esorcizzare i pericoli di trasformismo che possono in qualche modo avvantaggiare sul piano politico e amministrativo la nostra amministrazione».