Dopo il “prologo” sull’Asv, l’assise inizia a discutere del bilancio di previsione.
E, fin dalle prime scaramucce, si capisce che la diatriba sarà lunga.
Il presidente del Consiglio Vito Palmieri annuncia che il Comune ha ricevuto una diffida da parte del Prefetto per non aver approvato il documento contabile entro il 30 novembre, invitando al contempo l’ente a provvedere nel farlo entro il 21 dicembre.
Subito dopo arriva la richiesta a sorpresa del Partito democratico: Francesco Paolo Ricci e Franco Natilla chiedono infatti la lettura integrale del bilancio. Primo sbigottimento generale, poi via libera alla richiesta dopo una sospensione e conferenza dei capigruppo.
Al rientro in aula è subito scontro Daucelli – Natilla sui fondi, circa 400mila euro, che il Comune dovrebbe acquisire dalla vendita di loculi cimiteriali. Il consigliere piddino evidenzia come in realtà non ci sarebbero loculi da poter vendere e quindi non potrebbe sussistere questa entrata. A chiarire il tutto, ci pensa Palmieri che ricorda come l’Amministrazione per tutto il 2013 abbia provveduto a recuperare nelle sue disponibilità economiche dei fondi derivanti da loculi di diverse cappelle.
È la volta di Paolo Intini, che dopo l’incredibile vicenda sul cimitero (vedi articolo a parte), si domanda per quale motivo la delibera di giunta n°220 dichiara un incasso di 350 mila euro ma poi in realtà nel Peg sono diventati 400 mila, e perchè poi sul Cosap (contributo occupazione suolo pubblico) la cifra che il Comune prevede di incassare sia sempre la stessa da diversi anni a questa parte.
Christian Farella, invece, si interroga su cosa l’amministrazione stia facendo in materia di evasione fiscale, sulla diminuzione dei capitoli di spesa sovrastimati, e sui perchè dei 30 mila euro in più alla voce esternalizzazione del recupero delle somme delle contravvenzioni (ci sarà una gara d’appalto a riguardo, ndr).
Se per Filippo D’Acciò (Città democratica) “l’amministrazione non ha colpe se il bilancio viene approvato a dicembre”, il capogruppo Pdl Domenico Damascelli sferza l’esecutivo cittadino sia sulla incongruenza tra i capitoli di spesa e le schede originarie degli stessi ma soprattutto sul taglio di capitoli chiave come servizi sociali (- 1 milone di euro), agricoltura (quasi azzerato), spese per il canile (- 85 mila euro), manutenzione stradale (-55 mila euro), polizia municipale e Protezione civile, manutenzione scuole cittadine (- 140 mila euro). Crescono, invece, oltre alle entrate su Imu e Tares, le spese sulla cultura (+ 154 mila euro), sul marketing, sul campo turistico (90 mila euro) e quelle per le politiche giovanili (l’anno scorso era 0, quest’anno 15 mila euro). «Chiara dimostrazione che in tempi di spending review – sottolinea l’ex vicesindaco – l’amministrazione aumenta la spesa pubblica e mette le mani nelle tasche dei cittadini».
Accuse che gli assessori Daucelli, Masciale e Mangini respingono al mittente, pure con qualche scintilla dialettica.
La polemica poi monta sia nel Popolo della libertà che nel Partito democratico sul Piano offerta Formativa territoriale approvato dall’Amministrazione con un costo di 50 mila euro. I consiglieri di opposizione hanno chiesto, infatti, come fosse possibile non interfacciarsi con i Pof (Piano offerta formativa) già presenti all’interno degli istituti scolastici così da poter evitare duplicati formativi. Toscano (Udc) chiede, poi, se gli 11 mila euro spesi per il trasporto scolastico si riferiscano all’intero arco temporale anche se il servizio è stato sospeso per alcuni periodi.
Ostico e duro il consigliere Ricci. «Mi domando per quale ragione questa Amministrazione, che sin da subito ha mostrato il desiderio di applicare la Tares ha approvato il passaggio dalla Tares a questa a novembre e approva il bilancio di previsione solo oggi. Sarebbe stato opportuno se non si fossero aggravati i costi e si fossero lasciati invariati i costi passati senza gravare ulteriormente nelle tasche dei cittadini. In questo momento di grave crisi ed emergenza la priorità deve essere quella di rimpinguare i servizi sociali perchè c’è gente che non riesce a portare un piatto caldo a casa. Perché, allora, diminuire l’abbonamento per il teatro, che probabilmente è frequentato da chi se lo può permettere, e aumentare tutto il resto?»
E poi i 90 mila euro messi a bilancio per finanziare SIAE e service per gli eventi, l’aumento del 50% per “Incroci sociali”, la situazione poco chiara dei beni confiscati, la mancata risposta al consigliere Intini per i 100 mila euro che la Regione ha finanziato per il CCN, lo scarso finanziamento per la rivista “Studi bitontini”.
La battuta finale è del sindaco Michele Abbaticchio, che difende il bilancio e tutte le scelte che esso comporta perchè causate da tagli del governo centrale e da un equilibrio da trovare tra persone in difficoltà e casse comunali da rimpinguare. Risponde anche sul rapporto tra gli investimenti culturali e l’attenzione al sociale: «Il valore simbolico di questo taglio, qualora si scegliesse di azzerare i costi della cultura, sarebbe un costo esiguo nelle tasche dei cittadini pari a 7 – 8 euro a famiglia. Dall’altra parte, poi, quegli eventi servono ad una categoria svantaggiata quale quella della piccola economia e degli esercizi commerciali che trovano così spazio e sussistenza. Abbiamo verbalizzato un incontro di categoria tra tutti i negozi che hanno subito rapine: su 400 giorni di eventi si è registrato un solo caso di cronaca nera dall’altra parte della città rispetto a dove si svolgeva l’evento. Questo significa che quando ci riappropriamo della città ci sono enormi effetti positivi».
Il voto non riserva sorprese. Il bilancio passa con 14 voti favorevoli (maggioranza al completo) e 6 contrari (opposizione).
È da poco passata l’1 di notte, e l’amministrazione Abbaticchio licenzia il secondo bilancio di previsione del suo mandato.