La notizia, se così la vogliamo chiamare, è questa: dopo quasi sette ore di discussione, l’amministrazione Abbaticchio parte seconda ha licenziato la manovra fiscale 2018, altrimenti detto le tariffe Imu, Tasi, Tari, e il susseguente regolamento Iuc.
In realtà, di notizia non si tratta, perché il disco verde dell’aula di Palazzo Gentile era più che scontato, ma è certamente uno scoglio importante quello superato dal sindaco e dalla squadra di governo a tre giorni dalla Pasqua.
Confermato, in sostanza, l’impianto dello scorso anno, ma anche l’aumento per quanto riguarda la tassa sui rifiuti (lo si era capito già nei giorni scorsi, e lo aveva confermato anche Abbaticchio stesso ai nostri taccuini ieri l’altro https://bit.ly/2GjWcI9). E nulla conta, o quasi, se si fa correttamente la differenziata.
Il rinvio non s’ha da fare. Dopo l’allarme lanciato dall’esponente Pd Gaetano Bonasia sull’arrivo della xylella anche nel territorio barese (clicca qui per leggere articolo https://bit.ly/2unbPJ4), la prima scossa alla seduta è arrivata dall’opposizione. Che, per bocca di Michele Daucelli (Insieme per la città), ha chiesto il rinvio del Consiglio ai sensi dell’articolo 16 del Regolamento del Consiglio comunale, con tanto di nota scritta. Ha contestato, in pratica, e non a torto, di avere avuto tutti i documenti soltanto nella serata di ieri, e quindi di non essere sufficientemente preparati sugli argomenti in questione.
Sugli scudi, allora, un cattivo modo di fare da parte di chi governa nei confronti dell’altra parte dell’emiciclo. Il presidente dell’assemblea, Vito Labianca, e il segretario generale, Salvatore Bonasia, non ci hanno sentito, e ribadito che i lavori sono validi a tutti gli effetti. E allora soltanto breve sospensione, e poi di nuovo tutti in aula.
Imu e Tasi, nulla cambia. Nulla accade parlando di Imu e Tasi, anche perché i tributi sono identici all’anno scorso, con tariffe, riduzioni e agevolazioni.
C’è solo da annotare un emendamento proposto proprio da Daucelli, e votato all’unanimità dall’emiciclo. Entrambi i provvedimenti, però, hanno solo il voto favorevole della maggioranza (14), mentre la minoranza è stata di parere opposto (7).
Perché? Emanuele Sannicandro, candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, è stato tranciante: “Il nostro no è perché contestiamo il metodo utilizzato, e finché non cambierà il voto sarà negativo”.
Qualcosina di nuovo sulla Tari. Il confronto è salito di tono con l’analisi del Regolamento dell’Imposta unica municipale (Iuc), soprattutto nella parte di esenzioni e riduzioni Tari. Il film era già noto: la prima versione partorita dall’amministrazione azzerava tutti, o quasi, le esenzioni e riduzioni. Poi, un emendamento dell’attuale inquilino di Palazzo Gentile, ha ripristinato quasi tutto. Già, quasi tutto. Sono ricomparse, per magia, tutto ciò che era previsto per chi prende un cane dal canile, gli ultraottantenni con Isee inferiore agli 8mila euro, per le autorimesse e attività di logistica e trasporti, per chi apre un’attività nel Centro storico per i primi tre anni.
E persino qualcosina per chi fa differenzia in modo conforme – meno 10 per cento sulla parte variabile, e sconto da applicare per l’anno prossimo. Mentre Isee del nucleo familiare che occupa un immobile con massimo due pertinenze non deve superare i 6mila euro per avere esenzioni.
L’opposizione ha avuto più di qualche perplessità. Carmela Rossiello (Forza Italia) ha parlato di figli e figliastri, di fare troppo poco per i terreni agricoli e per chi vuole aprire un’attività nelle periferie, “e non ho mai visto Bitonto in queste condizioni”. Michele Daucelli ha definito le “nuove” esenzioni per i nuclei familiari e la differenziata soltanto una presa in giro, visto che il tributo è pure aumentato. Emanuele Sannicandro si è detto perplesso sul conferimento conforme, oltre che a vedere la città sporca a tutte le ore, anche in pienissimo centro. Gli hanno fatto eco Cataldo Ciminiello (Movimento 5 stelle), Antonella Vaccaro (Partito democratico), Michelangelo Rucci (Governare il futuro), secondo cui è un miraggio arrivare almeno al 40 per cento sulla raccolta differenziata.
Semaforo verde anche per il regolamento dell’Imposta Unica Comunale (Iuc), approvato con 15 voti a favore.
Anche per questo punto all’ordine del giorno, l’opposizione ha rimproverato l’amministrazione per il tardivo invio di tutta la documentazione. Prima di arrivare al voto, però, l’opposizione di centrosinistra ha deciso di abbandonare l’aula.
A riscaldare gli animi sono state le critiche alla giunta rivolte dalla minoranza (Daucelli e Vaccaro). Sotto accusa l’aver cambiato, da parte del sindaco, la gran parte dell’assetto originariamente proposto dall’assessore Nacci. Per la minoranza, una bocciatura da parte della sua stessa maggioranza.
Dopo che il consigliere di maggioranza Francesco Brandi, in difesa dell’assessore Nacci, ha confermato la fiducia nei suoi confronti, apostrofando la controparte con il termine “soloni”, Vaccaro, Cosimo Bonasia, Sannicandro e Rucci hanno, dunque, deciso di abbandonare l’aula. Prima in senso figurato, sedendosi sugli spalti, poi realmente, dopo il diniego, da parte del presidente Labianca, della votazione sui tre emendamenti proposti da Daucelli e riguardanti riduzione di chi fa il ‘porta a porta’ e il ripristino del limite dell’Isee a 8mila euro.
«Ci sono stati aggiornamenti normativi che ci hanno portato a rivedere tante cose» ha spiegato Abbaticchio, sostenuto da Nacci: «Da settembre mi sono mosso con incontri con le varie categorie. Ma senza il Pef non potevamo mettere le mani su nulla. Il documento ci è stato consegnato solo il 22 marzo. Non ci è stata alcuna castrazione della volontà politica. La mia volontà non è stata completamente accolta. È logico che sia stato il sindaco a proporre l’emendamento, anche perché io non posso tecnicamente farlo».
L’assessore ha anche delucidato i motivi del taglio di alcune agevolazioni (un taglio di spesa per circa 150mila euro): «Non potevamo più sostenere una spesa in tal senso di 700 mila euro. Abbiamo mantenuto qualche capitolo, studiando come modificare le esenzioni per garantire una tassazione più equa per tutti».
Dopo l’approvazione del regolamento Iuc, tra i banchi dell’opposizione, a discutere degli altri punti (sempre approvati dalla sola maggioranza, con due astensioni), riguardanti il tributo Tari, sono rimasti in aula Ciminiello e Rossiello. La seconda ha criticato gli aumenti di 3 euro per famiglia e di 40 centesimi al metro quadro: «Per quanto lievi (come ha sottolineato il sindaco, ndr) sono comunque aumenti, in una città dove la tassazione è alta».
Il pentastellato ha invece proposto un emendamento per far slittare di due mesi le scadenze della rateizzazione (luglio, settembre e novembre al posto di maggio, luglio e settembre), per andare incontro alle esigenze degli uffici, che così avrebbero maggior tempo, e delle famiglie che non si troverebbero con scadenze accavallate. Emendamento ritirato dopo il respingimento da parte della dottoressa Palmieri, dell’Ufficio Ragioneria, che ha motivato il diniego con le esigenze dei flussi di cassa, dal momento che i pagamenti relativi all’ultima scadenza, a causa dei ritardi, slitterebbero nell’anno successivo.