Un Consiglio comunale a singhiozzo quello che si è
tenuto ieri, in aggiornamento alla seduta di giovedì 17 novembre. Solo due i
punti affrontati, non senza qualche difficoltà: l’integrazione del verbale n. 26 della seduta del 14 marzo 2016 sul
Documento Unico di Programmazione 2016-2018, da parte del consigliere Franco Mundo (PSI); e l’approvazione del Regolamento
sulle Commissioni consiliari, proposto dall’ex consigliere Paolo Intini.
Pochi i presenti in aula, soltanto quattordici, e
numero legale tenuto in piedi grazie alla presenza dei consiglieri di
minoranza. Aspetto sottolineato da Domenico
Damascelli (Forza Italia) e Francesco Paolo Ricci (PD), dinanzi alla richiesta di sospensione
per una conferenza dei capigruppo da parte della maggioranza per determinare l’ordine
degli argomenti da discutere. «Il dato
politico che non va trascurato è che il Consiglio si regge grazie ai
numeri della minoranza – sottolinea Damascelli –. Il sindaco deve pensare alla sua città e non può essere assente per
altre motivazioni politiche», mentre secondo Ricci «questa maggioranza stratosferica raccontata sui giornali, dov’è? Ci
sono provvedimenti non trascurabili, come i debiti fuori bilancio, ma questo è
un modo coscienzioso di amministrare la città?».
Dopo una breve sospensione, si riprende con l’integrazione
richiesta da Mundo: in sostanza, dalle registrazioni audio e dal verbale si
evince come non sia stata riportata una parte relativa alla domanda del
capogruppo socialista in merito alla possibilità che la SANB gestisse o meno il
servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti, e la conseguente
risposta dell’assessore al Bilancio, Michele
Daucelli.
L’aula, dunque, per procedere all’integrazione, si è
soffermata nell’ascolto della registrazione e nella verifica effettiva della
parte mancante. L’occasione diventa propizia per lo stesso Mundo e per Ricci
per richiedere di risolvere la problematica delle registrazioni delle sedute
consiliari: «Spesso le registrazioni non
sono ben chiare, la strumentazione va migliorata per una questione di
correttezza in primis nei confronti di chi vi lavora», sottolineano i due
consiglieri. L’integrazione passa con nove voti favorevoli e cinque astenuti.
Più movimentata la discussione sul Regolamento delle Commissioni consiliari. Dopo un iter lungo
davvero diversi anni (almeno dall’inizio di questa consiliatura , ndr), il
testo arriva finalmente in aula per l’approvazione. E propone due grosse
novità: la riduzione del numero dei componenti delle Commissioni da 7 a 5, e
nuove modalità di convocazione delle stesse commissioni, stravolta a favore
della trasparenza, della democrazia diretta e dell’apertura dei lavori a tutta
la cittadinanza.
Soddisfazione da parte della minoranza. «La scelta che stiamo adottando va nella
logica della volontà del legislatore nazionale – spiega Ricci –, riducendo i componenti del Consiglio
comunale l’intenzione è quella anche di ridurre i rappresentanti degli organi,
è la scelta più saggia e razionale», mentre per Damascelli «questa proposta ha la logica di comporre le
Commissioni in maniera proporzionale al numero del Consiglio comunale. Mettiamo
ordine alle Commissioni e rispettiamo il criterio della proporzionalità. Era
assurdo avere Commissioni di 7 componenti con un Consiglio di 24 membri».
Dello stesso avviso anche Christian
Farella (Indipendente), «Il provvedimento segue la ratio del legislatore,
anche per far sì che le commissioni funzionino», e Francesco Toscano (UDC):«Codesto provvedimento vuole tentare di
avvicinare la politica ai cittadini, mai così tanti distanti, oltre a
razionalizzare le spese».
Qualche dubbio
in più, invece, emerge dalla maggioranza: c’è una richiesta di sospensione dei
lavori da parte di Pippo D’Acciò (Città Democratica), e ci sono le
perplessità di Vito Modugno (SEL) e Franco Pafetta (IDV): il
primo osserva come sia venuto meno nel tempo lo strumento della PEC per le
convocazioni, con conseguenti problemi di comunicazioni, e poi sottolinea come
non sia prevista una prima ed una seconda convocazione e come alcune
Commissioni abbiano a che fare con materie scollegate tra loro e che non
camminano parallelamente; mentre per il secondo «vanno disciplinate eventuali situazioni di cambi di casacca, di
partiti o di schieramenti, che potrebbero creare squilibri nelle Commissioni».
Non manca la replica da parte della minoranza. Mundo
osserva come più volte, in qualità di presidente della 3^ Commissione, ha
invitato il sindaco e gli assessori a partecipare ai lavori. «Solo il primo cittadino e la vicesindaco
Rosa Calò hanno preso parte, raramente qualcun’altro si è interessato di quello
che si dice e si fa e del lavoro che c’è dietro. C’è una netta disgiunzione tra
l’esecutivo ed il Consiglio». Ricci invece è sorpreso dalle perplessità
della maggioranza, e la punzecchia: «Avete
avuto anni per apportare le modifiche, non mi aspetto oggi nuove proposte. Ora
partiamo da queste novità, portiamo a 5 i membri, in seguito ben venga
qualsiasi altra proposta modificativa, siamo disponibili, ma adesso iniziamo a
votare questo provvedimento e poi in questi mesi che ci restano ci rimettiamo a
lavoro. C’è l’esigenza di far funzionare le Commissioni».
C’è la
sospensione richiesta da D’Acciò e si torna in aula per la votazione. Che
avviene sostanzialmente articolo per articolo. E dunque, se per gli articoli 1
e 9 – relativi alla riduzione da 7 a 5 membri, all’indicazione di tre rappresentanti
per la maggioranza e due per la minoranza, e all’introduzione di nuove Commissioni
– c’è l’unanimità, ci si astiene invece sull’articolo 5, legato alle
convocazioni via PEC.
Dunque, il Regolamento delle Commissioni consiliari
viene approvato (ed entrerà in vigore sostanzialmente dalla prossima
consiliatura) ma con una postilla. Ovvero con l’impegno da parte del Consiglio
– come sottolineato da Pino Maiorano(Lista Paolo Intini) – di tornare sull’argomento, attraverso la convocazione di
una riunione della Commissione Affari Istituzionali, per apportare modifiche
alle norme vigenti e per la pubblicazione delle sedute.
Rinviati i restanti punti previsti, quali i debiti
fuori bilancio.