L’allarme
è di quelli seri, ed è firmato dal sindaco metropolitano stesso:
«Se continuiamo così, non abbiamo più soldi per i servizi
essenziali».
La
causa sarebbero i numeri. Anzi, i tagli, che non lascerebbero
presagire nulla di buono.
Se
per il 2015 si può tirare la cinghia e provare a resistere, già
dall’anno prossimo sarà più complicato perché la neonata città
metropolitana di Bari dovrà fare a meno di 160 milioni di euro.
Già,
perché calcoli alla mano – riporta l’inserto barese di Repubblicadi ieri – il nuovo ente deve versare nell’anno in corso 39
milioni di euro nelle casse dello Stato, 53 milioni nel prossimo e
ben 68 nel 2017.
A
fare i conti è il delegato al Bilancio Alfonso Pisicchio, secondo
cui «se il Governo non ci dà la possibilità di rallentare il
patto di stabilità, salta tutto. La Città metropolitana rischia di
non riuscire a espletare le sue funzioni fondamentali ed erogare i
servizi essenziali ai cittadini a causa dei progressivi tagli
previsti da Roma».
Che
fare, allora? L’idea di fare cassa con la tassa sui transiti
aeroportuali è per il momento accantonata, anche perché
garantirebbe entrate minime.
L’appello,
allora, è al Governo: «Deve decidere cosa fare – ragionaAntonio Decaro, il sindaco metropolitano – perché in questo
modo non possiamo più garantire la nostra attività».