«La Città metropolitana di Bari ha appena vinto, sul solo bando nazionale di “Qualità dell’abitare”, più di 400 milioni di euro trascinando alla vittoria le strutture dei Comuni che, come noto, sono ai limiti del collasso per la carenza delle piante organiche.
Lo ha fatto dal 2015 istituendo un ufficio di piano al servizio di tutti i sindaci, in uno spirito consortile made in Antonio Decaro che, conferendomi la delega su tutto questo, mi disse di raccordare i primi cittadini baresi verso questo percorso per lui già chiaro.
Ma tutto questo non può essere, secondo me, liquidato solo come una esperienza amministrativa.
La scorsa settimana, infatti, firmando l’aggiornamento del piano strategico che apre a nuove sfide con i sindacati, le università e 41 fasce tricolori di comunità diverse, ho avuto conferma che la politica unisce quando le visioni programmatiche sono talmente coinvolgenti da azzerare limiti, egoismi, margini, debolezze.
Io credo, come Antonio, nella politica più inclusiva, più attenta alle famiglie ed ai bambini, ai più deboli, all’economia che produce lavoro e sostenibilità ambientale.
E credo che siano punti trasversali che superano i nostri limiti per creare un progetto politico nuovo, basato su programmi e idee della società post covid, in grado di infrastrutturare il civismo politico scevro da coloro che hanno sfruttato i partiti storici per poi abbandonarli quando gli hanno chiesto di spingere i giovani.
Accanto al PD e M5stelle, certamente, ma portatore di sensibilità diverse.
Si parla molto di civismo, ma curiosamente lo fanno soprattutto coloro che dal civismo non sono nati, ma da giochi di segreterie politiche.
Faccio parte di un gruppo nutrito di amministratori locali e cittadini con chiare competenze che, senza incarichi regionali, hanno presentato una lista regionale, dando un contributo determinante alla vittoria del centrosinistra dello scorso anno.
Ora però vogliamo una identità completamente separata da qualsivoglia logica pre-covid perché occorrono visioni resilienti totalmente nuove.
E mettiamo da parte simboli e fazioni per mettere a disposizione buone prassi più vicine alla gente e meno ai salotti chiusi.
Il gruppo sarà sempre “in comune”, nel duplice significato sinergico e territoriale, ma vuole aprire a una nuova fase fatta soprattutto per aiutare chi inizia il suo percorso amministrativo e politico.
Come è accaduto a me, nove anni fa, nella Bitonto che amo».