Nessun caso
pertinenze pazze. Nessun errore interpretativo. Nessuna discrasia tra
regolamento Tares e deliberato comunale. Insomma, la levata di scudi fatta dal
consigliere Paolo Intini lunedì in Consiglio sarebbe stata fatica sprecata.
Lo affermano
il sindaco Michele Abbaticchio, il
segretario generale Salvatore Bonasiae l’assessore alle Finanze Michele
Daucelli che, all’indomani delle urla e delle diatribe dialettiche
dell’emiciclo, hanno rispolverato le carte per trovare riscontri alle pesanti
dichiarazioni dell’esponente di opposizione. Confermando che tutto (o quasi) è
in ordine e che gli errori presenti sono dovuti non a sviste interpretative ma a pura “sciatteria
politica” di emendamenti presentati su fogli volanti o di fortuna, oppure
soltanto illustrati a voce ma non consegnati in forma scritta.
«La questione
principale sollevata dal consigliere Intini è stata quelle delle pertinenze
delle abitazioni – ricorda Abbaticchio – perchè ricordava che nel
deliberato la tariffa era molto più ridotta rispetto al regolamento. Questo non
risulta né dal dibattimento né dal regolamento vero e proprio, perchè la parte
a cui fa riferimento l’esponente (art. 17, comma 4) non è stata cassata.
Perciò non c’è alcuna interpretazione per dire che ciò che ha approvato il
Consiglio sia difforme dalla discussione». Succede, infatti, che durante il
dibattito del 29 novembre scorso, l’ex candidato sindaco riesce a far
modificare all’unanimità il numero degli occupanti delle utenze domestiche (che
passano da 2 a 1), ma non il resto del comma che quindi rimane invariato, così
come la sua efficacia, «e non può neanche valere la sua spiegazione della
modifica implicita al restante comma», spiega Bonasia, mentre sventola
fogli, fogliettini e bigliettini degli emendamenti presentati.
Diverso,
invece, è il caso delle interpretazioni autentiche. Ben due. Da una parte e
dall’altra. Il primo caso riguarda un emendamento di Giuseppe Fioriello, che
chiedeva per iscritto agevolazione per famiglie con membri disabili a patto di
un Isee non superiore ai 7500 euro. Leggendo l’emendamento, però, l’esponente
di Italia dei Valori cita 7000 euro, facendolo approvare con questa cifra.
Traendo in inganno tutti, anche Intini. «Nel regolamento, però, conta
l’emendamento presentato in forma scritta e non quello detto oralmente», precisa
ancora il segretario. Il secondo, invece, riguarda proprio Intini, che presenta
verbalmente l’emendamento sulle agevolazioni per quelle attività commerciali
che non presentano videogiochi o slot machine. «Nel regolamento Tares, però,
non c’è traccia, mentre è stato riportato quello di Fioriello assolutamente
simile a quello di Intini ma presentato per forma scritta», rimarca ancora
una volta Bonasia. Che poi è categorico: «Le modalità adottate per
l’approvazione del regolamento sulla Tares non devono più ripetersi perchè si
vengono a creare queste situazioni. Perciò tutti gli emendamenti e le
interrogazioni vanno presentate in forma scritta e nei giorni precedenti alla
discussione del provvedimento».
Sulla stessa
lunghezza d’onda anche il primo cittadino, che esprime solidarietà alla
struttura comunale per gli attacchi ingiustamente ricevuti e denuncia «il
terrorismo psicologico e sociale», utilizzato lunedì suquesta
vicenda.
Imbarazza,
comunque, che nell’era di internet, di facebook, di twitter e (quando sarà
approvata) della posta elettronica certificata (Pec), i consiglieri bitontini
non sanno neanche come si consegna un emendamento senza evitare polemiche.
Daucelli,
invece, sottolinea come la struttura si metterà ben presto in contatto
con il
comitato della zona artigianale, l’Assocal e tutte le associazioni di categoria
per analizzare caso per caso la Tares delle imprese. Sugli appendici Caf,
invece, gli uffici comunali hanno deciso di permettere al contribuente di
rivolgersi a qualsiasi ufficio preposto, commercialista, Comune, per le
agevolazioni o esenzioni.
Poi una rassicurazione: «Chi
paga in ritardo non per problemi personali ma per quelli dell’ente non avrà
alcun tipo di sanzione».