Da Dionigi Tafuto, segretario di Rifondazione comunista, riceviamo e volentieri pubblichiamo
In questi giorni la comunità bitontina viene informata tramite le varie testate locali con articoli abbastanza penosi tutti proiettati sulla coalizione che sosterrà un Abbaticchio bis come sindaco di Bitonto per le prossime elezioni comunali. Il tutto conferma, tra le altre cose, soprattutto un punto: il “nuovo” non è necessariamente la soluzione alternativa rispetto al “vecchio”. Anzi, molto più spesso il “nuovo” rappresenta solo la naturale continuità del “vecchio”.
Lo dimostra il fatto che tra consiglieri, assessori, liste civiche ci si rinfacci reciprocamente le proprie colpe e si fanno addirittura la morale a vicenda. Si è davvero al culmine di uno spettacolo, o meglio dire, l’apoteosi del teatrino a cui oggi si è ridotta la politica a Bitonto.
Rifondazione Comunista da tempo opera all’interno dell’associazione culturale della Costituente di Sinistra unitamente ad altri che si riconoscono come “Progressisti” al fine di far nascere un nuovo soggetto politico locale di sinistra. Chi sceglie di stare con la Costituente, non fa altro che contrastare “l’antipolitica”, un fenomeno che non fa altro che aumentare la forbice tra ricchi – poveri, garantiti – non garantiti, ed esasperare paure e odi.
Un invito alla comunità bitontina di stare lontano dalla personalizzazione della politica, Bitonto ha bisogno di produzione, di lavoro per creare ricchezza, dove la stessa va ridistribuita senza suscitare troppe speranze. Con la Costituente di Sinistra di Bitonto, si percorre un progetto per coloro che vogliono un “UN AGIRE COMUNE” nell’interesse della democrazia e partecipazione attiva dei cittadini, rinnovandola, mentre è in crisi dove esistono i populisti che l’assediano, per cui partiti democratici tradizionali non trovano più risposte convincenti.
Con la costituente di Sinistra di Bitonto si progetta una nuova visione comune da progettare insieme per i cittadini delusi altrimenti perderemo e Natilla e Damascelli, gli estremisti, o coloro che vogliono il NUOVO ma poi si prendono il VECCHIO DEL NUOVO, vinceranno e la democrazia diverrà apparenza e messinscena.