La dismissione delle quote di partecipazione nell’Azienda Servizi Vari è una strada obbligata per il Comune di Bitonto.
Lo sostiene l’assessore al bilancio, Michele Daucelli, che intende fare chiarezza, rivolgendosi ai cittadini, che “è bene conoscano i vari aspetti della questione, in modo da comprendere come mai per la storica azienda partecipata non sia possibile percorrere le altre alternative che l’attuale quadro normativo potrebbe consentire”.
“È importante sottolineare – puntualizza l’assessore – che la scelta del socio privato per la società mista ASV fu, a suo tempo in linea con la normativa allora vigente, operata con una procedura ad evidenza pubblica finalizzata, però, solo al ruolo di socio finanziario e non anche a quello operativo. Purtroppo non si scelse di bandire una gara a «doppio oggetto», che avrebbe aperto il capitale dell’ex municipalizzata ad un socio finanziario e d’opera, modalità quest’ultima che oggi avrebbe reso pienamente compatibile con il diritto comunitario l’affidamento diretto di servizi strumentali all’azienda partecipata, consentendo di fatto alla stessa di continuare ad operare con e per il Comune”.
“Oggi – spiega Daucelli – l’ASV, che è una società mista con la presenza di privati, si ritrova a svolgere attività strumentali e servizi di interesse economico generale identici a quelli della neonata SANB SpA, che è una società a totale partecipazione pubblica, costituita, in applicazione di specifiche previsioni normative comunitarie, nazionali e regionali, dai comuni di Bitonto, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi per l’affidamento in house della gestione unitaria del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti”.
“Ne consegue – prosegue l’assessore – l’impossibilità per il Comune, in base a quanto prescritto dalla legge 224/2007, di mantenere la partecipazione in un’azienda, l’ASV appunto, con attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali. Il Comune potrebbe, in base al decreto Madia, mantenere la sua quota di partecipazione nell’azienda ma solo se il fatturato derivante da attività commerciali fosse al di sotto del 20% complessivo. Circostanza, questa, che al momento non è nemmeno soddisfatta, tenendo conto anche solo del valore del contratto per la gestione del servizio di igiene urbana che l’ASV ha in corso nel comune di Cerveteri”.
“L’ASV purtroppo – conclude Daucelli – si è ritrovata a causa del mutato quadro normativo in una situazione senza alternative, come hanno autorevolmente confermato anche esponenti istituzionali di rilievo quali il dott. Francesco Lorusso, presidente della Corte dei Conti di Bari, e il prof. Ugo Patroni Griffi, docente universitario e presidente di Amgas, da me interpellati in occasione del convegno sulla riforma delle società partecipate, che si è svolto nei giorni scorsi all’Università degli Studi di Bari”.