Assenti
in Consiglio comunale «per non inficiare
eventuali atti che verranno adottati in aula», almeno fino a quando la
situazione non si sistemerà. Convinti, però, di non essere incompatibili con le
cariche “politiche”. E, quindi, di non dover perdere la “poltrona”. E’ la
posizione dei tre medici/politici dell’assise comunale. Francesco Scauro,
assessore al Welfare; Giovanni Ciccarone, consigliere di “Progetto comune”;
Francesco Gala, consigliere in forza al Partito socialista.
Lo
dice ai nostri taccuini l’assessore che, carte alla mano, “difende” la sua
posizione, e quella dei suoi colleghi. Scauro si rifà innanzitutto al decreto
legislativo n° 502 del 1992, che disciplina la materia sanitaria. In modo
particolare, l’articolo 15 va a “classificare” la dirigenza medica e le
professioni sanitarie. Sono tre, in pratica, le figure dirigenziali presenti:
direttore sanitario, direttore amministrativo, direttore generale. A loro è
affidata la funzione di programmazione, amministrazione e di gestione
dell’intera struttura sanitaria. Ed è proprio a questi soggetti, fa notare
Scauro, che la legge anticorruzione si rivolge. «Perché l’articolo 14 della suddetta legge afferma che soltanto i
direttori sanitari, generali ed amministrativi non possono coprire cariche
pubbliche», ricorda il medico. «Noi non siamo direttori di questo tipo –
continua Scauro – perché siamo dirigenti
medici di primo livello e come tale non siamo chiamati a obiettivi di
programmazione e, come inquadramento prettamente giuridico, dobbiamo rifarci alle
direttive imposte dal direttore generale, che noi non possiamo assolutamente
cambiare o modificare».
Quindi
nessuna incompatibilità? «Per quello che
dice la disciplina sembrerebbe di no, ma in tal senso abbiamo già inoltrato le
nostre richieste di chiarimento e di delucidazioni ai nostri parlamentari ed
anche all’ex ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi, padre naturale
della legge. La settimana prossima penso che una circolare verrà emessa in tal
senso», commenta il medico.
Che
poi annuncia: «Fino a quando non verrà
stabilità la nostra posizione, abbiamo deciso di non presentarci in Consiglio
comunale anche per non inficiare gli eventuali atti che verranno adottati».