Ieri sera, s’è riunito il Forum del centrosinistra. Era ora.
In una Sala
degli specchi non gremitissima, ma studiatamente popolata (persino nelle
assenze), le forze progressiste della città si sono confrontate in un dibattito
interessante, ma forse un po’ troppo ingessato, moderato con incalzante pervicacia
dalla giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Enrica D’Acciò.
La tanto facile
quanto storica oscillazione dicotomica fra ideologia e pragmatismo (come se l’una non possa ispirare il secondo, mah) ha tenuto ovviamente
banco, prendendo sfumature varie secondo cultura e sensibilità degli
intervenuti. E di questo vi daremo conto domani.
Tuttavia, non poteva non colpire l’intervento del sindaco Michele
Abbaticchio.
Tacciato spesso d’essere più un tecnico che un politico – e la gestione accentratrice delle deleghe assessorili potrebbe suggerire
questo –, il primo cittadino ha sferzato i presenti con parole che somigliavano
elegantemente a pietre.
L’incipit dolceamaro. “Credo che questo confronto andava organizzato in altri
tempi, comunque va bene che si faccia oggi. Parlo da rappresentante di tutti i
cittadini, però vorrei chiarire bene la mia posizione. Io non ho mai detto che
non andavano bene i partiti e mai ho rinnegato l’attività delle amministrazione
precedenti. Anzi, apprezzo il fatto che nel tempo i partiti abbiano creato
condizioni di equilibrio governativo, ma non posso non sottolineare l’importanza
delle liste civiche: tutti hanno contribuito al bene della comunità. Ora, però,
bisogna guardate oltre, cercare una nuova strategia per affrontare il domani. Quel
che mi preoccupa è la mancanza di riflessione su tematiche generali, e ci si
confronta solo dialogando, dobbiamo parlare del tipo di soluzione da dare ai
problemi. L’ente locale, purtroppo, fa da front office delle decisioni del
governo nazionale, e le prime conseguenze di scelte crudeli ricadono sui
partiti e sul Comune”.
Esempi concreti fra visioni alte e bizantinismi locali. “La strategia dell’Unione europea,
oggi, consiste nel non concedere più un euro per i contributi a pioggia, da
Strasburgo ci consigliano di aumentare i servizi a favorire del territorio affinché
diventi più attraente per eventuali investitori, ma perché non è ancora nato un
confronto su questo, di nessun genere e di nessuna ideologia? È un silenzio
assordante, che mi preoccupa. Ad esempio, decidiamo insieme quanto destinare
alle borse lavoro, per cui sono arrivate più di mille domande. Ancora. Io sono
rispettoso delle posizioni di tutti e so che le commissioni incidono sulla vita
di tutti i consiglieri. Il tatticismo politico allontana la gente dal voto e
dalle istituzioni”.
Infine, proposte per il futuro non troppo roseo che ci attende, con un occhio alle urne sempraperte di questo Paese fin troppo allenato alle consultazioni con schede variopinte. “Forse, oggi è stata data una risposta a questo silenzio
assordante, ma è necessario capire chi è il riferimento di questo centrosinistra
oggi per stabilire il punto di equilibrio e guardare avanti, penso che molti
continuino a crederci più per la storia che ci è stata consegnata che per
l’attualità. Presto, affronteremo nuovi appuntamenti elettorali e avremo la
necessità di avere rappresentanti a livello sovracomunale per evitare il
baratro della città metropolitana, dove sarà indispensabile avere un ruolo
fondamentale”.