L’Italia
unita non nasce con Garibaldi, nasce con Dante.
Lo
ha egregiamente ricordato sulle pagine del Giornale, qualche annetto fa, Marcello Veneziani, intellettuale di Puglia e anima anche critica del pensiero
conservatore italiano.
E
che Dante sia ai primordi culturali italiani, che sia l’autentico padre fondatore
di una “idea” di Italia, cattolica e ghibellina assieme, letteraria e sociale,
patriottica e linguistica, lo ha percepito e poi amorevolmente, doviziosamente
insegnato nelle sue classi anche Concita Napoli, docente di materie letterarie
all’Istituto comprensivo “Carmine Sylos” (dirigente scolastico, Angela Maria
Mangini).
A
sua cura l’interessante e assai formativo progetto curriculare sui percorsi
danteschi, dal titolo “Sylosvagando … per seguir virtute e canoscenza: la
concezione storico-politica nella Divina Commedia”.
Un
percorso, attuato coi ragazzi delle seconde classi, attraverso i canti I, VI X,
XV e XIX dell’Inferno, VI e XVI del Purgatorio e VI, XI, XV e XXVII delParadiso.
Sono
chiare le parole della Napoli: “Il mio obiettivo, ormai da quattro anni,
appoggiato e promosso dalla Dirigente, è stato quello di fare della scuola un
luogo di promozione culturale sul territorio e di creare un sensibile
interessamento attorno alla tematica dantesca”.
Il
tutto ha poi avuto felice esito in un ben fatto prodotto filmico, dal titolo
“Ahi serva Italia …”, con protagonisti soprattutto i ragazzi e le loro
interviste a politici locali (sindaco Michele Abbaticchio, consiglieri Francesco Paolo Ricci e Domenico Damascelli) sul significato più autentico
dell’agire politico e sulla necessità di sempre maggiore senso civico, un tema
che è bene penetri già nelle coscienze dei futuri cittadini di domani.
Nelle
settimane scorse, presso l’auditorium della basilica dei SS Medici, spazio alla
proiezione dell’opera.
Madrina
d’eccezione e guida competente per i ragazzi, la storica docente bitontina Anna
Masciale Noviello, tra l’altro munifica finanziatrice del progetto.
Sua
la lettura appassionata e lucida dei canti proposti (e benissimo decantati) dai
ragazzi.
Indubbiamente,
il gioiello culturale che non poteva che impreziosire l’opera di didattica e
ricerca a cura della professoressa Napoli.
La
regia teatrale del lavoro è stata opera di Gianluca delle Fontane; la regia
video di Nicolò Giangaspero.
È
interessante, ancora, ascoltare la curatrice: “Il percorso dantesco del
corrente anno scolastico nasce da questo presupposto: realizzare un
interessante legame tra cultura medievale e modernità, per attualizzare l’opera
di Dante e favorire un adeguato ritorno allo studio diretto dei classici della
letteratura Italiana, quale terreno insostituibile per un confronto critico con
la tradizione e per una efficace educazione umana e civile delle giovani
generazioni, attraverso un raffronto dei contenuti dell’opera di Dante con i
temi dell’attualità”.
Una
scuola che forma, allora. Che educa. Nel solco degli antichi padri.
Sì,
perché: “Ho pensato al poema sacro di Dante come opera che nasce con il preciso
intento di rinnovare la società terrena degradata e corrotta. Il fine che
l’autore si propone ha suo fondamento in una visione morale e religiosa della
realtà, il cui nodo centrale è la convinzione che il cosmo intero si regge su
un ordine universale voluto da Dio, sorretto dalla sua Provvidenza”.