Una straordinaria Master Class di canto leggero si è svolta nella nostra città nello scorso fine settimana.
La
kermesse nasce dal progetto “Stage in
rete”, ovvero, dalla volontà di far rete attraverso gli operatori che
lavorano nel settore artistico e musicale del territorio.
Gli organizzatori sono
stati la VS Accademy, l’Accademia Musicale Modugno, l’Associazione Musicale Culturale Davide
delle Cese e il Comune di Bitonto, che
ha patrocinato e promosso l’evento.
È stata ospite d’eccezione della Master Class la cantante dei Matia Bazar, Silvia Mezzanotte.
Ci siamo fatti affascinare dalla sua voce che, durante le prove, s’udiva
già da largo Teatro.
La Mezzanotte, gentilissima, nonostante le mille interviste per
emittenti televisive e giornalisti vari, ci ha concesso qualche minuto per alcune
domande.
D.
Silvia, che senso ha avuto per te confrontarti con una generazione di giovani
desiderosi di musica e crescita artistica?
R. «Ben
quattordici ragazzi si sono offerti a me a piene mani e questa è un’occasione rara per dar loro un minimo di quello che cercano e si aspettano».
D.
Cosa significa essere un cantante oggi e chi hai avuto come modello nel tuo
cuore?
R.«La
carriera del cantante non è più quella di una volta. Non esistono più i talent
scout, quelli che apprezzano il tuo talento e ti fanno diventare una star.
Oggi, i ragazzi devono bussare a qualsiasi porta: concorsi, talent show, e soprattutto devono approfondire
al meglio il loro studio, che possa salvaguardare l’esibizione da ogni emotività. Il mio
modello? Senza dubbio Ella Fitzgerald».
D. Quali sono le canzoni a cui sei più legata?
«”Imagine” di John Lennon del panorama internazionale, “Cara” di Lucio Dalla fra le italiane e, nel mondo Matia Bazar, sicuramente ci sono “Messaggio d’amore”, con cui
abbiamo vinto il Festival di Sanremo, e “Cavallo Bianco”».
D. Quanto la musica ti ha dato la possibilità di crescere sia come
artista sia come persona?
R. «Il
canto e la musica sono i mezzi con cui bypassiamo la mente e riusciamo a
parlare alle anime. È una grande missione. Certo, essere l’artista che nel tempo
son diventata è la realizzazione dei miei obiettivi, ma mi evolvo continuamente.
Con i Matia Bazar è come una grande storia d’amore: ognuno di noi singolarmente
vive delle esperienze di crescita e poi le riporta all’interno del gruppo. Solo
così ci si forma, ci si apprezza. Ultimamente, sono impegnata con uno spettacolo
tutto mio, “Regine”, in cui canto in sette lingue diverse rendendo omaggio alle
donne che hanno fatto grande la storia della musica. E chissà che chi ascolta
trovi in sé la propria Regina».
D. A
Bitonto ci torneresti?
R.«Assolutamente
sì. È una città meravigliosa, il Teatro è un piccolo gioiello incastonato in un
centro storico intatto. Sole e temperatura hanno fatto il resto!
Non
è facile, poi, trovare un’Amministrazione comunale attenta alla musica e alla
cultura. Questa mattina (9
novembre per chi legge, ndr) sentire parlare
il sindaco della cultura come mezzo per creare occupazione e futuro nei
giovani è stato meraviglioso. Magari anche altri Comuni prendessero esempio
dalla vostra esperienza…».
Entusiaste anche alcune ragazze che abbiamo incontrato nei camerini
del Teatro Traetta in attesa dell’esibizione.
«È una donna stravagante, imprevedibile. Non è facile per noi giovani trovare dei
grandi artisti che si avvicinino a noi con umiltà, donando i piccoli trucchi del
mestiere – vocalizzi, esercizi di respirazione rapidi e parlare attraverso i
gesti delle mani -, anche con i loro
piccoli complimenti, che aiutano a trovare ancora la voglia di sognare».
E forse non è proprio così che funziona il nostro cuore?
Battiti,
suoni impercettibili, emozioni, che ci aiutano ogni giorno a trovar la forza
per fare quello che amiamo…