Mentre cerca di illustrare i passaggi
più importanti della sceneggiatura, Clemente
Corallo si muove come se avesse già tra le mani la sua Canon. E di tanto in
tanto chiude gli occhi, affermando che “nella
testa ha ormai ben chiara ogni inquadratura”.
La sua passione per il cinema risale
ai primi anni della scuola superiore ITC
“V. Giordano” di Bitonto, quando i docenti decidono di avviare un progetto
per calmare una classe troppo vivace.
Un cortometraggio realizzato con la
regia di Nicola Vero (attuale direttore
artistico dell’accademia teatrale ITACA di Corato), che per Clemente si
trasforma in una scintilla salvifica.
Poi seguono altre piccole ma
significative esperienze, fino all’ultima avventura come assistente volontario alla regia nel
lungometraggio Ameluk del regista Mimmo
Mancini.
“Per
un mese sono stato l’ombra di Mimmo”, spiega il diciannovenne Clemente, “quando mi chiedevano di fare altre mansioni,
per esempio andare a prendere l’acqua per gli attori, io facevo in fretta e mi
divincolavo per seguire da vicino ogni indicazione di regia”.
Dopo queste prove, che sono state una
palestra tanto di cinema quanto di vita, adesso Clemente si sente pronto per un
lavoro tutto suo.
Un progetto piccolo, senza grandi
pretese, ma che merita di essere apprezzato sia per la giovanissima età del
ragazzo che per il coraggio di mettersi in gioco.
“Il
mio modello è Sergio Rubini”, afferma
Clemente, “perché dimostra come anche una
persona del sud possa tagliare il traguardo in un mondo difficile come quello
cinematografico”.
E continua esprimendo il suo desiderio
di entrare nel Centro Sperimentale di
Roma e la paura di non avere abbastanza possibilità economiche per portare
avanti il suo progetto di vita.
Intanto il suo primo cortometraggio,
dal titolo Davanti al silenzio, sarà girato a Bitonto, nel B&B Appia, quasi
interamente sabato e domenica e metterà in scena una storia di solitudine umana
e incomunicabilità del dolore.
Nel cast, l’attrice barese Roberta Bellini (unica professionista), gli stessi
proprietari del B&B e altri figuranti bitontini.
“Non
so come verrà questo lavoro”, conclude tenacemente il ragazzo, “ma se viene bene lo presento ai festival.
Non si sa mai”.
E nel pronunciare quel “non si sa mai”, i suoi occhi brillano di
una luce che addolcirebbe anche l’animo più impassibile…